Consigli per fare coppia

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Non è peregrina l’idea di avvalersi di un vademecum pronto per sciorinare indicazioni dirette a favorire la tenuta della coppia.

Innanzitutto cosa non fare. Parliamo della coppia tradizionale che consta di caratteristiche classiche dei generi rappresentativi che riescono a realizzare il loro stare insieme ciascuno a seconda delle proprie personali tonalità emotive.

Per cominciare c’è da dire che nell’interazione verbale allorquando la donna fa menzione di un problema al partner, questi lo considera nel senso di una richiesta di un preciso suggerimento da partecipare all’altro. In realtà il più delle volte la donna ama semplicemente comunicare i propri stati d’animo. Dunque non stupirsi se l’uomo si sente sovraccaricato di pseudo problemi rivoltigli dalla consorte. Sempre relativamente alla comunicazione tra le due persone non bisogna dare nulla per scontato e in più dedicare invece tempo ed energie alla coppia. Se ben consideriamo, noi generalmente siamo molto attenti nel relazionarci al capo, ai colleghi, ai vicini e non usiamo la stessa prudenza anticipatoria nell’esposizione di una questione privata da condividere con la nostra metà, come si dice romanticamente. Quindi è auspicabile usare uguali delicatezza, sensibilità e pazienza allorché si condividano i particolari di un dato problema. Lo facciamo con gli estranei a maggior ragione dobbiamo farlo con la stessa attenzione con il compagno o la compagna della nostra vita.

Chi va in seduta da un terapeuta ad orientamento cognitivista deve sapere che come primaria cosa è necessario considerare la sintassi geometrica, direi azzardando un possibile “neologismo” concernente le problematiche sul tappeto. Per affrontare una situazione su cui ben riflettere  vi sarà mostrato in prospettiva una figura triangolare, della quale bisogna riconoscere la tripartizione in termini prettamente psicologici. Sulle rispettive punte vi sono le lettere ABC, dove A sta per evento attivante, la lettera C significa conseguenza, infine la B (belief) simboleggia  le credenze, i valori, le convinzioni. Ebbene, per cambiare l’approccio alla realtà è indispensabile modificare il B, ovvero il modo di pensare. Pare facile, vero? Ma questo è il punto da cui partire e sul quale riuscire a soffermarsi. Ciò ovviamente previa ricostituzione del profilo emotivo, che altro non è che una conseguente introspezione a carico del sé i cui risultati vengono fruiti all’esterno dal partner per cominciare fino ad allargarsi alla sfera sociale. Così emerge il vero sé che combatte strenuamente contro un falso sé che mira a monopolizzare l’attenzione dell’essere misconoscendone il valore suo proprio. Teniamo ben presente il bellissimo assioma che viene insegnato a chiare lettere appena ci si accinge allo studio del corso di laurea della Facoltà di psicologia che così recita “Ciascuno è unico e irripetibile”.

Psicologa e Giornalista Pubblicista

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