Consueto appuntamento con la psicologia. Nella nostra rubrica, “Dialoghi della mente”, oggi trattiamo il tema dell’invidia: non solo un “vizio capitale” secondo la religione cattolica ma anche una grande limitazione che genera i suoi riflessi nella socialità quotidiana. L’etimologia del termine contiene la radice visiva “videre” (vedere, guardare, osservare) preceduta dalla particella negativa “in”, a formare la parola “invidere” o invidiare dunque “guardare male”, anche nel senso di gettare mal-occhio sulla persona oggetto di invidia.
È un sentimento che induce, in chi lo prova, una spinta distruttiva verso “i beni altrui”, associata al rammarico di non poterne godere e San Tommaso la definisce proprio come una forma di “tristezza per i beni altrui”.