Esiste una categoria di diversi universalmente riconosciuti tali. Sono le persone con problemi psichici o psichiatrici, un’umanità varia che suscita sentimenti che vanno dalla tenerezza al disprezzo. Fanno tenerezza le anime in pena, chiuse nei loro mondi paralleli, soprattutto se si tratta di giovani o giovanissimi; stabilire un contatto con loro è molto complicato ma può essere anche profondamente emozionante, perché il pazzo nei suoi momenti di lucidità è inaspettatamente profondo oltre che simpatico e brillante, con la sua logica pura e innocente che la maggior parte degli uomini perde accedendo all’età adulta.
L’arte e la letteratura ci hanno abituati ad associare la follia al genio. Pazzi famosi che hanno cambiato il mondo sono stati Charles Baudelaire, Vincent Van Gogh, Virginia Woolf, John Nash e molti altri geni disturbati; quando pensiamo a queste grandi personalità, la follia assume nel nostro immaginario un’aurea positiva che niente ha a che fare con la quotidianità di chi è costretto a conviverci suo malgrado. Quando il pazzo è in casa la vita diventa complicata e, spesso, ci si lascia sopraffare in nome di un amore assoluto per questo figlio, questa madre o questo fratello diverso! Ovviamente parliamo di famiglie con una buona educazione sentimentale, che pongono al centro della loro attenzione “l’amato diverso”, cercando di rendere la sua vita, oltre che quella dell’intero nucleo familiare, quanto più felice e serena possibile. Esistono però anche famiglie che peggiorano il disagio con comportamenti sbagliati e moralmente incomprensibili. Se la follia non è evidente, la ignorano; se è sensibilmente riconoscibile dall’esterno, la nascondono o la negano; se poi qualunque forma di occultamento è impossibile, le reazioni possono essere ancora più dannose. Gli esempi al riguardo non mancano: ci sono mariti che si separano da mogli impazzite, padri che abbandonano figli schizofrenici, fratelli che si dichiarano figli unici per nascondere “il problema”…
Questi comportamenti degeneri aumentano il numero delle inevitabili vittime collaterali che possono essere i compagni di classe, gli insegnanti o i vicini di casa, insomma gente che entra in contatto con la follia in maniera casuale subendo offese, ingiurie e minacce (perché i pazzi se non aiutati, peggiorano e, soprattutto, non conoscono altri modi per chiedere aiuto!). Tutto ciò, senza alcun filtro sentimentale o affettivo, è inaccettabile per chiunque e un’umana comprensione iniziale, si trasforma gradualmente in commiserazione che, col passare del tempo, diventa inevitabilmente puro disprezzo. La cosa peggiore è che in questa situazione hanno tutti ragione! Hanno ragione i pazzi perché sono le prime vittime di sé stessi, hanno ragione le loro famiglie bisognose d’aiuto, hanno ragione i vicini di casa che vorrebbero vivere tranquilli e hanno ragione le istituzioni che non sanno come intervenire. La Legge 180 di riforma psichiatrica è sicuramente una legge che fa onore al nostro Paese, ma probabilmente dopo quarant’anni bisognerebbe creare una normativa di riferimento più efficace per migliorare concretamente la vita di tanti cittadini in difficoltà.