La Mer

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L’Éternité
«Elle est retrouvée.
Quoi? – L’Éternité.
C’est la mer allée
Avec le soleil
»

(Arthur Rimbaud, 1872)


porto cesareo mareIn questo periodo ci sono ancora persone al mare per godersi gli ultimi giorni di vacanza. C’è chi si diverte a stare nell’acqua, chi a passeggiare sulla battigia, altri a prendere la tintarella e/o a guardare le onde.

Non mancano coloro che si alzano all’alba per veder sorgere il sole oppure si trattengono alla sera a godersi un bel tramonto.

Al mare si possono percepire colori, suoni, rumori, profumi e, con un po’ di fantasia, si ha la sensazione di stare sospesi tra la linea del mare e quella del cielo o di partecipare al gioco aereo dei gabbiani. Nella mente di un poeta, il mare può rappresentare anche una donna e il suo rumore diventa eco di un amore perduto «che risale nel tempo. […] Già/ m’eri vicina tu con quella voce;/ ed io vorrei che pure a te venisse, /ora, di me un’eco di memoria, / come quel buio murmure di mare». (Quasimodo, S’ode ancora il mare)

L’uomo crea un rapporto con il mare amandolo o “naufragando” nel suo infinito (Leopardi) o come si percepisce nella prima quartina de L’homme et la mer (Les fleurs du mal) di Baudelaire: Homme libre, toujours tu chériras la mer! / La mer est ton miroir ; tu contemples ton âme/ Dans le déroulement infini de sa lame, / Et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer.

Sembra quasi che nell’elemento liquido ci sia tutto, tanto da far scaturire dal cuore “un urlo di gioia” come evidenziano i quattro versi di Sandro Penna «Il mare è tutto azzurro. /Il mare è tutto calmo./ Nel cuore è quasi un urlo/ di gioia e tutto è calmo.» (Il Mare è tutto azzurro da Poesie, 1939).

Il tema del mare diventa eco che si riverbera nella musica di un compositore come Claude Debussy.

Il ricordo del piccolo Claude delle vacanze estive trascorse a Cannes diventa occasione per scrivere: «Forse non sapete che avrei dovuto intraprendere la bella carriera del marinaio, e che solo per caso ho cambiato strada. Ciononostante, ho mantenuto una passione sincera. Ricordo la ferrovia che passava davanti a casa con il mare sullo sfondo: in certi momenti pareva che il treno uscisse dal mare, o che dovesse tuffarvisi (a vostra scelta)». Ecco La Mer (1905), tre schizzi sinfonici nei quali possiamo immaginare le sensazioni del compositore trasferite nella tavolozza di colori (l’orchestra), producendo sonorità liquide e caleidoscopiche. Il primo schizzo descrive ciò che può accadere «De l’aube à midi sur la mer», nel secondo si percepisce il particolare dei «Jeux de vagues» per concludere con il «Dialogue du vent et de la mer».

Per chi volesse una guida all’ascolto si consiglia il volume di Andrea Malvano, Claude Debussy. La Mer, mentre per una lettura della poetica del musicista francese Debussy e il mistero di Vladimir Jankélévitch, lo studioso che ha saputo mettere in relazione la composizione del musicista francese con tre opere di Monet: Impression, soleil levant (1872), Marine Pourville (1881) e La promenade sur la falaise (1882). Profondità, mutevolezza del mare ma anche acque stagnanti, riflessi sull’acqua (come non ricordare Reflets dans l’eau, sempre di Debussy), movimento agitato delle onde e quant’altro emerge nel mistero evocato dai due artisti francesi.

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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