Se pensiamo al concetto nietzschiano secondo cui gli eventi si possono ripetere (Eterno ritorno dell’Uguale) allora urge trovare l’antidoto affinché non si ripresentino gli errori che fanno dell’umanità una malata senza futuro. Tuttavia sono proprio le ombre che consentono alla luce di manifestarsi, pur liberandosi talvolta da esse solo a sprazzi e ad intermittenza.
In questi bagliori si annida il desiderio di ridare dignità al prossimo, di restituire la verità manipolata, la libertà, oscurando gli egoismi assetati di potere, le ingiustizie e l’odio in quanto ogni individuo desidererebbe cercare un contatto talmente significativo con il prossimo da farci sentire più vicini e solidali.
Ecco allora che il 27 gennaio, Giornata della Memoria, rappresentando il ricordo di quel giorno del gennaio 1945 in cui si aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, diventa l’occasione per riflettere sul rispetto della legalità, di se stesso e degli altri, affinché promuovere i valori della pluralità passando attraverso l’ascolto e la concordia.
C’è bisogno di ricordare, per non dimenticare tutte quelle vittime, attraverso una percezione triadica condivisa, iniziando dal passato per arrivare al presente e prepararsi al futuro.
Strano a dirsi, questa percezione è presente in musica, in poesia e in ogni altra espressione artistico-culturale atta sollevare le coscienze.
Venendo all’edizione del 2023 tantissime sono le iniziative di cui ne proponiamo alcune.
Se a Bolzano, che vede la collaborazione con il Remember Festival, l’ANPI e il Centro per la Pace hanno realizzato il progetto «Chiedimi dove andiamo. Come raccontare Auschwitz ai giovani viaggiando sui treni della Memoria» a Firenze troviamo «Per Una Storia Della Memoria Della Shoah» organizzata dall’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”. Venezia propone una serie di eventi con l’Università Ca’ Foscari dal 18/1 all’8/2 che affronta il tema della Shoah attraverso cinema, teatro e letteratura con un convegno internazionale il 7 febbraio. Segnaliamo inoltre le iniziative del Memoriale della Shoah di Milano tra cui la diretta su Rai 1, sempre il 27 gennaio, alle ore 20:30 con Fabio Fazio in dialogo con Liliana Segre e tante altre fino al 31 gennaio e, dulcis in fundo, la circolazione di un tram (linea 9) con la scritta «27 gennaio – Giorgio della Memoria» e «Memoriale della Shoah – Binario 21 – Stazione centrale».
Verona presenta una serie di eventi e mostre (foto, libri, laboratorio, ecc.) presso la Biblioteca Civica dal 9 al 29 gennaio con inaugurazione l’11 ove si ricorda lo scritto di Primo Levi che descrive un bambino di circa tre anni (Hurbinek) che ha vissuto la terribile esperienza di Auschwitz. Non va dimenticato il progetto del Treno della memoria del Comune di Lecce che dà la possibilità a cinque giovani di partecipare al viaggio nei luoghi dell’Olocausto partendo da Bari il 6 febbraio e l’iniziativa delle «pietre di inciampo» (Stolpersteine) che si stanno collocando in molte città.
In quel desiderio di ri-vivere, nell’esperienza poetica e artistica tout court, anche la musica partecipa in primis alla restituzione e alla condivisione affinché liberarsi dalla concezione culturale distorta del ‘superstato ariano’. Ricordo l’Entartete Musik (Musica degenerata) con il cui marchio la Germania nazista (1930) etichettava le musiche ritenute dal governo decadenti in quanto parte integrante della più ampia Entartete Kunst. Vittime di quella campagna denigratoria da parte dei nazisti furono in primis compositori come Felix Mendelssohn, Gustav Mahler, Arnold Schoenberg, Paul Hindemith e molti altri.
Le storie di questi musicisti, insieme alle loro opere, diventano, in tale contesto, recupero del tempo mentale che permette di divenire reale tanto che ormai sono sempre più gli artisti e le istituzioni che si muovono per il recupero e per la riproposizione delle loro opere. Se al Regio di Torino è previsto (20:30) un concerto diretto da Riccardo Frizza con musiche di Mendelssohn (Le Ebridi, La grotta di Fingal), Schubert (Sinfonia n.8 in si minore “l’incompiuta”, allegoria dell’interruzione della vita per causa della guerra) e Šostakovič (Sinfonia n. 9). Su Rai 5 (21:15) l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Fabio Luisi (voce recitante Francesco Micheli), esegue Un sopravvissuto di Varsavia, op. 46 di Schönberg e la Sinfonia n 7 in mi minore di Mahler.
Tra i protagonisti di questo Giornata vi sono anche i giovani dei nostri Conservatori, dal nord al sud, che danno vita a molte iniziative, consapevoli che non bisogna abbassare la guardia in quanto «il grembo da cui nacque [“questo mostro”] è ancor fecondo» (Brecht).
In quanto ‘testimone’ riferisco del progetto Concerto della Memoria (Venerdì 27 gennaio, ore 18) presso l’Auditorium del Conservatorio «Morlacchi» di Perugia, evento nato circa 13 anni fa in seno alle classi di Musica da Camera e che oltre a raccogliere, nelle varie edizioni, molte adesioni rappresenta uno degli appuntamenti più significativi. Scendendo più nei dettagli di questa edizione ecco il programma realizzato dalla collaborazione dei mm. Antonella Acquarelli, Salvatore Dell’Atti, Costantino Mastroprimiano, Francesco Pepicelli e Angelo Cicillini (Musica d’Insieme per archi):
Maurice Ravel, Deux mélodies hébraiques: Kaddisch (Lent), L’Enigme eternelle (Tranquillo)
soprano, Andreina Ramirez; pianoforte, Alessio Pedini
Șerban Nichifor, Klezmer Fantasy
flauto, Francesca Panzolini; pianoforte, Alessio Sinagra
Felix Mendelssohn Bartholdy, Quartetto op.1 n°1 (Allegro)
violino, Federico Cruciani; viola, Chiara Antognelli; violoncello, Minna Pehkonen; pianoforte, Mattia Damiani
Samuel Barber, Adagio per archi dal quartetto per archi op. 11
violini, Lucia Centomini e Paolo Strippoli; viola, Giorgia Bartoccini; violoncello, Letizia Comez
Șerban Nichifor, Klezmer Dance
clarinetto, Carmine del Canto; violino, Chiara Antognelli; pianoforte, Mattia Damiani
Max Bruch, Kol Nidrei op.47
Adagio su melodie ebraiche (trascr. di D. Johnstone)
per violoncello solista (m. Francesco Pepicelli) e 4 violoncelli: Tommaso Bruschi, Stefano Coco, Letizia Comez e Letizia Rossi
Darius Milhaud, Sonata per flauto, oboe, clarinetto e pianoforte, op. 47 (1. Tranquille 2.Joyeux)
flauto, Alice Morosi; oboe, Urango Myagmar; clarinetto, Gabriele Margaritelli, pianoforte, Sanae Yumoto
Sergei Prokofiev, Ouverture su temi ebraici in do minore, op. 34 (vers. cameristica)
clarinetto, Giovanni Tanzarella, pianoforte, Francesco Marroni; violini, Margherita Tamburi e Chiara Antognelli; viola, Gabriella Brancato; violoncello, Stefano Coco
Il Concerto, replicato a Foiano della Chiana (Domenica 29 gennaio, ore 17, presso la Sala Furio Del Furia) e organizzato da A.N.P.I., sostituendo le musiche di Milhaud e Bruch, prevede inoltre:
Maurice Ravel, Chanson hébraique
soprano, Andreina Ramirez, pianoforte, Alessio Pedini
Domenico Turi, Sguardi – Elegia
violino, Lucia Centomini; violoncello, Stefano Coco; pianoforte, Filippo Franceschini
Nel sottolineare la partecipazione degli studenti all’iniziativa con vivo interesse, commozione ed umanità prendo in prestito le parole di Liliana Segre riguardo all’invito di recarsi ad Auschwitz in silenzio e in «un modo civile, religioso, nostalgico».
Anche a queste manifestazioni occorre presenziare predisponendosi alla riflessione e ad un ascolto meditativo che tenga conto quanto la dimensione individuale e collettiva rappresentino una relazione talmente significativa tanto che entrambe hanno bisogno di convivere. Non è casuale se l’iniziativa al «Morlacchi», come in tanti altri Conservatori, nel recuperare il valore sociale del fare musica insieme, nasca spesso dagli stessi valori in sé della Musica da Camera.
Luciano Berio nel “Motto dell’Accademia Europea del Quartetto” (valido per ogni espressione di musica d’insieme), sottolinea quanto il quartetto d’archi costituisca «uno strumento la cui dialettica tra individualità e umanità, fra autonomia e omogeneità, sembra porsi come il paradigma di una società ideale».
Auguriamo che l’occasione della Giornata diventi il ricordo perenne ove possa essere garantita ad ogni ‘voce’ sia il diritto alla dignità che la tutela della propria individualità al fine di ottenere un’autentica democrazia fondata sui valori della condivisione affinché nel mondo non ci siano più differenze di ogni genere e si assicurino i valori che vivono in simbiosi tra musica e civiltà.
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