Una volta c’erano i bambini, quelli ingenui e felici che andavano a scuola a piedi, giocavano per strada con i piccoli vicini di casa, ricevevano i regali a sorpresa da Gesù Bambino la notte di Natale e aspettavano con ansia il Carnevale per dare sfogo alla loro fantasia e il primo giorno di vacanza per dormire fino a tardi o per andare al mare…
Oggi i nostri bambini non hanno più il gusto della sorpresa, si aspettano solo di essere soddisfatti nelle loro richieste e per noi adulti è tutto apparentemente più semplice. I moderni piccoli adulti hanno sostituito Gesù bambino con Babbo Natale e il Carnevale con Halloween, festività molto meno innocente della prima e del tutto avulsa dalla nostra cultura; preferiscono l’aria condizionata all’afa marina e trascorrono il loro primo giorno di vacanza di fronte a una consolle.
Una volta i bambini non erano dei piccoli adulti, erano solo dei futuri adulti. Ormai se ne trovano pochissimi di questo tipo e, troppo spesso, sono percepiti come “diversi”; intorno a noi circolano troppe donne in miniatura, che a 3 anni sfoggiano lo smalto alle unghie e a 10 i colpi di sole fra i capelli e troppi baldi giovani di 9 anni con telefono cellulare in tasca e ampie competenze nell’uso di call of duty, gioco virtuale vietato ai minori di 18 anni ma, si sa, questi nativi digitali sono così bravi con la tecnologia che sarebbe un peccato tarpare loro le ali e inibirli nei confronti dei loro coetanei!
Ovviamente non sarà un’unghia laccata o l’abuso di un telefonino a rovinare la vita dei nostri ragazzi ma, sicuramente, la tendenza a trasformarli in adulti anzitempo può causare gravi alterazioni nella loro crescita.
La cronaca ci racconta quotidianamente storie di ragazzi sempre più giovani che hanno già esperito il possibile umano e universale, saltando fasi di crescita necessarie alla costruzione di una personalità equilibrata.
In tutta Italia, da Nord a Sud, troppi ragazzini che, abbondantemente prima della maggiore età, hanno chiuso i ponti con l’infanzia e con l’adolescenza, abbandonano gli studi e vivono allo sbando. Quotidianamente assistiamo impotenti alla morte tragica di adolescenti, che nella loro vita hanno incrociato le persone sbagliate, troppo spesso da loro stessi deliberatamente avvicinate, magari per ottenere della droga o per cercare un po’ di umanità smarrita. In realtà erano già morti quei giovani cuori! In quei corpi ancora acerbi si erano annidati piccoli uomini e piccole donne apparentemente forti e indipendenti ma incapaci di discernere il bene dal male!
Non è ben chiaro quando e dove abbiamo smarrito i bambini ma senza dubbio i responsabili di questa gravissima perdita siamo noi! Noi adulti! Noi genitori, insegnanti, parroci, nonni e, genericamente, referenti culturali della società moderna. Abbiamo snaturato qualunque tipo di relazione e abbiamo scelto di essere amici (addirittura virtuali!) dei nostri figli, dei nostri studenti o dei nostri giovani parrocchiani annullando completamente il distacco generazionale e di ruolo, necessari per stabilire delle regole, alla base di una corretta maturazione sociale. In molti casi è scomparsa anche l’intimità relazionale perché la dimostrazione della nostra capacità educativa (a qualunque livello) ha preso il sopravvento sul rapporto reale. La società virtuale è stracolma di adulti meravigliosi che insegnano la vita ma la società reale è stracolma di giovani fuori contesto alla disperata ricerca di una guida sicura!
Se vogliamo che i nostri figli diventino degli adulti felici con una personalità luminosa, sforziamoci di non trasformarli precocemente, a nostra immagine e somiglianza, in nostri pari e diamo loro il tempo di crescere lentamente e di assumere la consapevolezza che esiste un equilibrio perfetto fra l’autonomia e la responsabilità, di pari passo con la libertà e il rispetto per sé stessi.