Secondo alcune interpretazioni quando, ad esempio, cogliamo una mela o una rosa dal nostro giardino, per averle tolte dal loro ambiente naturale, cessano di vivere trasformandosi in natura morta. Succede qualcosa di simile se, tagliato il cordone ombelicale, ad un neonato lo si priva del necessario nutrimento al suo sostentamento.
Ritornando al genere pittorico, grazie all’intervento dell’artista (demiurgo), tutto riprende vigore tanto che ogni cosa rappresentata sulla tela come la rosa e/o la mela riacquista una nuova vita. Com’ è noto, gli artisti ritraggono oggetti di vario tipo e non mancano esempi in cui qualcuno si caratterizza utilizzando soggetti particolari. Così accanto ai nomi di Fantin-Latour, Raffaello, Jan Vermeer, Caravaggio e altri, colpisce l’artista bergamasco del XVII secolo, Evaristo Baschenis (Bergamo, 1617-1677), per la scelta, ricchezza e varietà di opere che ritraggono strumenti musicali.
Pur dimostrando molto precocemente l’inclinazione al sacerdozio, alternò gli studi umanistici alla pittura e ben presto i suoi lavori furono conosciuti fuori dalla sua città.
Trattasi di una scelta, quella di Baschenis, dettata dal grande interesse nei confronti della musica in generale e non si esclude una sua pratica con alcuni strumenti, come si può notare nell’immagine sopra in cui l’artista è ritratto mentre suona la spinetta.
Ciò che colpisce rispetto ad altri artisti è il suo modo, alquanto realistico, della rappresentazione, oltre ad una considerevole varietà degli strumenti tanto che il suo nome è abbastanza considerato anche nei secoli successivi.
Ecco in una fonte dell’Ottocento una sintesi perfetta della sua arte:
«[Evaristo Baschenis] Viveva a’ tempi dei tre famosi, pittori, il Cavagna, il Salmeggia, e lo Zucchini; e da alcuno di essi par che fosse addestrato a ritrarre ogni sorta d’istrumenti da suono, con tale verità e rilievo, che non paion dipinti. Gli disponeva poi su tavolini, coperti di drappi naturalissimi; vi frammischiava carte di musica, fogli, scatole, frutti, calamai; e di tali oggetti, posti così alla rinfusa, componea quadri, che l’ingannan l’occhio, e in più Gallerie si tengono ancora in pregi».
I soggetti musicali di Baschenis (liuto, la chitarra, la mandola, il violino, la viola, il violoncello, la bombarda, le varie taglie di flauti diritti, spinette ecc.) evidenziano un uso sapiente di alcune tonalità unitamente a contrasti di luce/ombra. Tutto questo da un lato esplicita la perfetta conoscenza della dottrina del colore, ma dall’altro lato ricorda e sottolinea che possiamo ‘ascoltare con gli occhi’ qualsiasi capolavoro visivo perché il colore rimanda al timbro dell’insieme degli strumenti rappresentati.