Dal Vangelo secondo Giovanni (13, 31-34)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Gesù ha appena anticipato quanto da lì a qualche ora avrebbe compiuto col suo sacrificio sulla croce. A differenza degli altri evangelisti l’ultima cena nel Vangelo giovanneo è raccontata attraverso il gesto evocativo e straordinario della lavanda dei piedi.
È un Dio che, avendo da sempre amato i suoi, li ama di amore infinito e pieno e totale. Accogliere l’inchinarsi di Dio, in Cristo Gesù, sui piedi da lavare e baciare e asciugare è il ribaltamento delle logiche cultuali di ogni religione e credo. Il nostro è il Dio che non vuole essere riverito, ma è il Dio che si abbassa e si piega per raggiungere la fragilità, la bassezza, la pochezza dell’uomo, di ogni uomo, spesso sancita dalla deliberata volontà di allontanarsi dal proprio Creatore attraverso il peccato.
Eppure, davanti a cotanto amore c’è sempre chi scappa. Ci aveva provato Pietro, ma è stato riacciuffato all’ultimo istante quando ha avuto il coraggio di far crollare gli schermi dell’orgoglio e accogliere l’Amore che trasforma e nulla chiede. Giuda, purtroppo, non ce la fa proprio. Nessun giudizio per lui, nessuna condanna. Non possiamo, tuttavia, esimerci di osservarlo: incapace di fare spazio alla luce, resta nelle tenebre del suo cuore; attratto più da manie umane di potere e di successo, è solo capace di uscire dal Cenacolo per definitivamente allontanarsi dall’Amore vero per accogliere la forza di attrazione dei luccichii che da sempre attraversano la storia: i soldi.
Da qui in poi, per lui, Giuda di nome, traditore per antonomasia, non ci sarà più luce e gioia, ma solo odio, rancore, dolore e sofferenza, e … buio per sempre.
Paradossale come la gloria di Dio, in Cristo Gesù, passi dalle tenebre, dal tradimento, dalle chiusure del cuore, dall’odio, dal non-amore. E forse proprio per questo motivo Dio è venuto nel mondo… perché anche quelli spazi di non senso, non amore, non luce, fossero abitati dal Dio che ha sconfitto le tenebre, ha frantumato l’odio, ha impresso la direzione alla vita, ad ogni vita.
«Vi do un comandamento nuovo». Come dire: “Ecco il segreto della felicità!”.
Solo l’Amore dà senso alla vita. Solo l’Amore illumina le tenebre e colma le distanze. Solo l’Amore sconfigge la morte.
Non resta altro se non mettere in pratica e trasformare in vita quanto Gesù consegna a noi, suoi discepoli: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».