Dal Vangelo secondo Matteo (22, 34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù è costantemente sotto attacco eppure anche dalle prove più dure sa tirare fuori perle che rendono bello il mondo e la vita.
Per Gesù non si tratta di rispondere semplicemente bene a una domanda alla quale il buon e istruito israelita dei tempi di Gesù deve saper rispondere, si tratta di fare una sintesi tra le tante disposizioni e precetti della legge sinaitica per cogliere ciò che è essenziale e necessario al tempo stesso.
Solo l’amore basta. Solo l’amore resta. Tutto il resto è di più.
Un amore da viversi come uomini e donne coinvolti con tutto se stessi. Non un amore fatto solo di parole, né soltanto di gesti, né solo di sentimento o solo di testa… un amore in grado di compiere il primo prodigio dentro la persona che lo vive, lo sperimenta e lo mette in pratica: è amore che unifica la persona stessa, la rende non scollegata tra le varie realtà (mente, cuore, anima…). È nella sua totalità che Dio ha creato e plasmato l’uomo e così lo ama e lo riempie di benedizione e grazia. Ecco il segreto che Gesù rivela (chi meglio di lui può farlo, lui che ha visto l’Amore dall’eternità): non si ama a metà, non si ama a pezzi, non si ama a intermittenze di tempo e di spazio. Si ama nella totalità, si ama mettendo in funzione e in collegamento ogni molecola di sé, ogni anelito di sé, ogni ispirazione di sé. L’amore rende Uno. L’amore genera Unità.
Appurata la preparazione dottrinale di Gesù, è lui stesso che compie un passo in avanti, oltre. L’amore per Dio è il più grande tra i comandamenti, certo. E la modalità di questo amore è intesa nella totalità e nell’unità del nostro essere persone umane, abbiamo accertato. Proprio da qui la novità introdotta da Gesù: l’amore verso il prossimo – che già come comandamento esisteva nella prima alleanza ed era specificato nella modalità di attuazione – è equiparato addirittura al primo comandamento. L’equiparazione non è in merito ad una prima posizione acquisita a pari merito. Gesù osa dire che i due comandamenti non sono altro se non l’unico comandamento, sono “il comandamento”… come due facce della stessa medaglia.
Amare Dio e amare il prossimo sono il segreto per la riuscita di una vita piena e realizzata. L’amore è la strada diretta verso il Cielo, la felicità. È strada faticosa e in salita, ma certa, sicura, garantita.
Gesù, da una parte, svela il segreto del vivere; noi, dall’altra, riceviamo il compito, l’invito e la proposta di imparare l’arte di amare.
Per farlo occorre mettersi alla scuola di Gesù che ci ha “mostrato” come si ama e fino a che punto. Per farlo occorre mettersi alla scuola dei santi che con la loro vita hanno tracciato una via certa per il Cielo. Per farlo occorre mettersi alla scuola dei testimoni che, nel mentre calpestano le stesse strade del nostro vivere, ci regalano la possibilità di metterci “in cordata” che procede, salendo, insieme.
Dall’apprendere e mettere in pratica l’arte di amare dipende la riuscita della nostra vita.