Un laboratorio di canto, dal 10 ottobre, a cura di Anna Cinzia Villani per diffondere la tradizione salentina

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In occasione del Laboratorio “Canto Tradizionale”, organizzato da Astragali Teatro in collaborazione con l’Associazione Core De Villani, il sostegno della Regione Puglia e il Ministero della Cultura, abbiamo intervistato Anna Cinzia Villani, conduttrice del Corso, che inizierà il 10 ottobre 2023 e si terrà ogni martedì dalle ore 18 alle 19.30, presso la Distilleria De Giorgi, a San Cesario di Lecce.

Il percorso di ricerca di Anna Cinzia Villani è mosso dal profondo interesse per la memoria sonora e corporea del territorio salentino, che ha condizionato le sue scelte artistiche. Già dagli anni ’90, mentre collaborava con gruppi storici come il Canzoniere Grecanico Salentino, incontrava abitualmente gli “alberi di canto”, primi fra tutti Uccio Aloisi e le persone della sua famiglia appartenenti al ramo materno. Nel corso del tempo ha appreso melodie, testi consolidati e improvvisati, oltre che movimenti del ballo e tecniche che riguardano gli strumenti tradizionali. Numerose le collaborazioni discografiche e artistiche. Segue laboratori didattici in Italia e all’estero.

Come nasce l’idea di un laboratorio di canto?

Nasce dall’esigenza di diffondere e creare consapevolezza sulla tradizione salentina, che è spesso tanto sbandierata ma davvero poco presente nella maggior parte degli eventi che ci sono in giro, sia negli aspetti tecnici che nell’approccio e nella conoscenza del repertorio

Qual è il suo approccio nella pratica del canto?

Il mio approccio è stato diretto. Sono fortunata perché sono nata in un momento in cui diversi cantori, compresi alcuni miei parenti, erano ancora in vita e in grado di raccontare con lucidità, e ricordare le strofe e le melodie. L’altra fortuna (che più che fortuna è questione di personalità e carattere) è stata la mia intuizione: ho capito subito che i materiali in qualche modo andavano registrati, per cercare di fermare il tempo affinché tante cose non andassero perse, ma so anche che in realtà tanto bagaglio è andato perduto, purtroppo. Dico purtroppo perché in ciò che arriva dal passato scorgiamo dei saperi che valgono sempre, e spesso anche delle evidenze storiche (presenti nelle leggende, o nei cunti) che sono molto importanti, e non troviamo altrove. Le culture popolari tradizionali sono uno strumento prezioso del vivere quotidiano.

Perché il canto tradizionale?

Perché è identità, è sapore, perché è capace di dar voce a qualsiasi emozione umana.

Bisogna avere particolari abilità per praticarlo?

Bisogna avere la voglia di abbandonare schemi musicali moderni e tuffarsi in un mondo sonoro che ci appare ostico, denso, e farlo con grande umiltà. Nel laboratorio, che sta per iniziare, insegnerò a respirare nel modo corretto per gestire il canto. Ho anche scelto un repertorio che comprende diversi stili, da calibrare in base alle persone che saranno presenti. A me piace lavorare sull’armonia, quella che arriva dalla tradizione e quella che si crea cantando insieme.

Immaginiamo che nel corso della sua esperienza lavorativa, abbia esplorato più e più volte il mondo racchiuso nelle canzoni della tradizione (salentina e non), qual è quella che più ha approfondito e perché?

Ho approfondito tutto ciò che mi sembrava interessante e in un certo momento, oltre ai canti di lavoro, agli stornelli di sdegno e di amore, ho voluto esplorato i canti al femminile. Mi è sembrata una bella scoperta, il fatto che sotto un’apparenza dimessa e sacrificata, ci fossero invece molto spesso, donne consapevoli del proprio valore, capaci di un’ironia che non ha eguali nella attuale società, e la grande capacità di gestire l’andamento della famiglia, oltre che il rapporto con il genere maschile. Tutto questo traspare dai canti, basta saperlo vedere e interpretare.

Ha una sua canzone del cuore?

Più di una… “L’occhininura”, ad esempio, la cantavo con mia nonna e poi con due donne a cui sono stata molto legata.

Quale ritiene possa essere il futuro del canto tradizionale?

Non lo so. Mi piacerebbe dire che questo nostro modo di cantare, così intenso e appassionato, il modo di usare la voce resisterà al tempo, alla modernità radiofonica e sanremese, ma non posso esserne sicura. Di certo qualcosa resterà, e di certo io contribuirò sempre affinché ciò avvenga.

Laurea Triennale DAMS è attualmente iscritta alla magistrale di Storia dell’Arte. Socia fondatrice di "Palchetti Laterali", svolge attività di divulgazione teatrale e di tutoraggio per studenti con disabilità psicomotoria e sensoriale. In possesso del diploma di 1° Livello in LIS è anche esperta in Audiodescrizione

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