Un novant’Ennio speciale

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Ennio Morricone (Ph. Cecilia Fabiano – LaPresse)

Si esce di scena, piano, in silenzio, senza disturbare. Proprio così abbandona il podio uno degli ultimi giganti della musica: Ennio Morricone.

Timido, riservato, direttore e compositore del popolo, capace di incantare giovani e meno giovani con la sua musica legata al grande cinema e ai registi più famosi di tutto il mondo. Da trombettista ad accademico del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, sua città natale, dopo le prime esperienze nelle piccole orchestre italiane, alcune celebri canzoni, piccole composizioni da camera, si avvicina al mondo del cinema, le sue opere diventano presto grandi capolavori in cui immagini sonore convivono in armonia con le immagini visive.

La drammaturgia della partitura è come un miracolo, a tratti si confonde e si perde l’idea che sia la musica ad accompagnare le immagini o meglio ancora le immagini ad accompagnare la musica. Mescola con meticolosa cura timbriche sempre nuove, in una prospettiva avveniristica che ha cambiato la storia del cinema italiano, forse mondiale. Una produzione copiosa ed inesauribile la sua, che consolida la pienezza dell’artista e che imprime alla partitura lo stesso sguardo attento della macchina da presa sul grande western, la fantascienza, il thriller, il melodramma, e la commedia di costume. Gli Oscar e i riconoscimenti, ottenuti nel corso della sua lunga carriera lo consacrano agli occhi del pubblico, e della critica il più grande compositori di tutti i tempi! La sua musica non teme il trascorrere del tempo!

Musica per la musica e musica per il film diventa un binomio indissolubile, nel suo vissuto artistico la musica assoluta si misura, e si concede alla musica applicata. In questa doppia estetica, vive il compositore, il regista, l’uomo! Il resto é suono, silenzio, immagine sempre in eterno bilico tra la dimensione funzionale e la dimensione assoluta! Non si sa quale sia quella giusta, é musica e basta.

“La musica dice la verità nel momento in cui viene scritta, ed io scrivo, tanto! Sul pentagramma ho sempre 15 matite e sempre perfettamente appuntite, consegno poi ai professori d’orchestra e lascio andare le immagini… finché la musica incontra il pubblico e diventa altro. Si è sempre fragili di fronte alla musica! Nella fragilità mettiamo ordine ai pensieri, alle passioni, agli umori, é nella musica che bisogna ritrovarsi. La musica é comunicazione, appartenenza! Oggi il tempo nostro è tempo brutto”.

Come non negare la sua verità, la musica di oggi è un modello sempre uguale, una moda senza contenuti! Curioso il suo dire: “quando andrò all’altro mondo non so se allearmi con Mozart o Beethoven”!

La pellicola si ferma… era il 6 luglio, quando appena diplomato, un giovane ragazzino imbraccia la sua tromba con una promessa nel cuore, oggi 6 luglio quella promessa è la nostra sola eredità.

Docente presso la Scuola Superiore di Musica Harmonium - Lecce

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