In occasione della Mostra “Ore senza voce” di Enza Mastria, a cura di Mauro Marino, allestita presso un’ala della Biblioteca Bernardini, in piazzetta Carducci a Lecce, per la rubrica “Visti da vicino” abbiamo incontrato l’autrice dei quadri esposti, che dal 24 giugno all’8 luglio hanno piacevolmente accolto i numerosi visitatori e amanti dell’arte. L’atmosfera creata dai suoi dipinti, colorati, evocativi, a volte vere installazioni, è difficile da raccontare, perché tutto non è come appare, il semplice è complicato ed il complicato è semplice; d’altra parte il compito di ogni artista è solo quello di stimolare, incuriosire e indagare nelle fragilità umane e forse anche, un po’, rivelare le proprie.
Enza Mastria, salentina, classe 1965. Si diploma nella sezione metalli, presso L’Istituto d’Arte di Parabita (Le) e si laurea all’Accademia di Belle Arti di Lecce, a.a. 1988-89, con una tesi sulle “Connessioni tra filosofia e pittura metafisica”. Docente e modellista orafa, dal 1998 al 2019 ha curato l’immagine delle rassegne e dei festival internazionali di musica jazz, con l’associazione “Multikulti” di cui è cofondatrice insieme a Michele Marangio. Dal 2016 al 2022 si è occupata di progettazione per l’arredo urbano. Sempre impegnata in molti progetti, resta un’artista indipendente, che attraverso il suo “fare” anche con attività di laboratorio, intende connettere il movente psichico alla concretezza del reale. Tali approfondimenti, oggi, si rendono ancor più necessari, visto il ridursi delle ore di pratica anche nei corsi tenuti nei licei.
Una vera e propria “Cura” e sviluppo di quell’entusiasmo generatore, che trasforma l’idea in reale e infine, in Arte.