Avrei voluto intervistare Tonio Bisconti ed ero pronta con il mio taccuino glitterato, ove avevo annotato alcune domande per questo Ceramista, che realizza opere fantasmagoriche e levigate, dai nomi inspiegabili se rapportati alle forme: Icaro, In volo, Albero delle favole, Guerriero africano, Città di guerra…
Invece, appena entrata nel laboratorio di San Pietro in Lama (Le) ed averlo abbracciato con il consueto affetto, mi sono ritrovata per circa due ore ad ascoltare Tonio parlare di sé, letteralmente ipnotizzata da questo “attraversatore di mondi”, inesauribile e molto ‘social’ nei suoi continui scambi con il prossimo.
Ha fatto mille mestieri da san Pietro in Lama a Bologna a Lecce, Tonio, prima di diventare “Tonio Bisconti”, la cui Arte (che lui non riesce a vendere con disinvoltura) viene apprezzata a livelli piuttosto elevati in ambito nazionale, ed ha appreso molto dalla manualità e dalla precisione del padre, che gli ha inculcato la meticolosità nel compiere un lavoro e nel farlo in modo che il risultato perduri nel tempo.
Si stupisce di piacere molto a “quelli importanti” e non si accorge che anche lui è un Artista/Artigiano importante, di spicco nel panorama nazionale per la sua innegabile abilità “cu’ ‘lla crita”, con la creta, con la materia-terra, con cui crea Opere che alla terra stessa torneranno, disfacendosi nel tempo, finchè di ogni suo lavoro non resteranno che frammenti raccolti poi da chissà chi…
L’argilla, terra magica e grande passione di Tonio, negli anni è stata da lui plasmata in forme e maniere in continuo divenire, acquisendo nel tempo sempre maggiore fascino e capacità espressiva sorprendente, trasformandosi, così come Tonio – negli anni – si è trasformato artisticamente, sperimentando arditi connubi tra argilla, polvere di marmo, calce, stucco veneziano …
Con la sua “tecnica del colombino”, tecnica di costruzione libera da schemi, riesce a dare vita ai mitici “totem”, che sono ‘giri dei pensieri’ attraversati dall’aria e dalla luce, levigati e tutti da accarezzare, come accarezzerei un bell’uomo possente.
Dal suo laboratorio, accogliente come una grotta silenziosa, è passato e passa tutto il mondo, perché in tantissimi hanno curiosità di ammirare la creta di Tonio Bisconti e altrettanti vogliono avere il privilegio di ascoltare la ‘filosofia’ di questo uomo saggio, riflessivo, curioso, curioso anche di sapere dove le avversità della vita possano condurre, passando attraverso le sue “Città di guerra”, che sempre sullo sfondo vedono campeggiare la bandiera arcobaleno della pace, perché sicuramente – secondo il Bisconti-pensiero – “se si frantuma qualcosa, sempre un pezzo ne rimane” per chi verrà dopo.
Sarei stata ancora per ore ad ascoltare Tonio Bisconti, che parla del mondo, della vita e della maggiore comprensione che le Istituzioni dovrebbero dimostrare per l’Arte; invece, andrò ad ammirare nuovamente le sue Opere misteriose dai nomi enigmatici, che saranno in esposizione a Palazzo Vernazza dal 20 dicembre al 6 gennaio, in occasione di una collettiva, organizzata dall’Arch. Antonio Di Paola, nella consapevolezza che – come dice Tonio – “vedi bellezza, se dentro di te hai bellezza”.