Anima e corpo tutti salentini. Valentina, la brezza dolce e il delicato vigore della nostra terra. Ci siamo conosciuti da poco tempo, il tutto incapsulato in pochi incontri, in cui il materiale e l’immateriale, lo spirituale si confondono in qualcosa che sfugge ad ogni definizione. Valentina non è definibile infatti! In ogni caso riconosco in lei la tipica donna del Sud, di quelle che muovono la nostra storia.
La causa efficiente del nostro primo incontro è stata la mia voglia di conoscerla, incuriosito dal suo successo degli ultimi mesi. In poco tempo, in meno di un anno, Valentina ha praticato l’esordio letterario, decine di presentazioni, vendite importanti, vincendo molti premi, anche di caratura nazionale, col suo volumetto, di appena sessanta pagine, Un caffè in ghiaccio col latte di mandorla.
I contrasti di Valentina mi sono apparsi subito. Sui social network si può osservare come una donna mite, remissiva, sognante. Al nostro primo incontro invece, si è posta con rara determinazione ed un fare tutto manageriale, dove il suo dire si è proteso in maniera precisa ed incisiva. I suoi occhi moreschi mi puntavano con un’impostazione tutta basilisca, lasciandomi spiazzato. M’aspettavo altro! Solo in un secondo momento è venuta fuori la sua dolcezza, la sua calma-potenza.
Sono queste forse le peculiarità del successo di Valentina, in un contesto leccese oramai che pullula di letterati. Nessuno però è riuscito come lei a riscuotere un consenso così ampio e condiviso. Questa sua specifica femminilità che piace e trasuda da suo lavoro narrativo.
Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla infatti, racconta di donne, mostrandoci, in una direzione introspettiva, riflessiva, il loro vissuto. Giustamente la critica ha messo subito in luce il coraggio delle donne di Valentina, forse non dando il giusto accento agli aspetti intimistici di queste, al loro nucleo, alla loro anima, baricentro della loro forza. Quelle di Valentina sono le donne per eccellenza, quelle esprimono la valenza, la centralità del cosiddetto sesso debole.
Un elaborato, in ogni caso, atipico rispetto al contesto leccese che ci proietta, mentre lo si legge, nella dimensione del ricordo, della memoria, della sintesi esistenziale, dove il tempo s’arresta. Appunto questo arrestarsi per contemplare il vissuto, costituisce lo specifico della novità della Perrone, che si contrappone ad una società che ha perso queste facoltà, quelle di voltarsi in dietro per ritrovarsi, e follemente protesa invece in un presente convulso, caotico, estremamente competitivo. Ci si ferma, infatti, con Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla, e si è indotti a meditare, con visione ampia, l’esistenza, la vita, la propria e quella delle donne di Valentina, che nel libriccino specifica i casi più significativi, quelli che costituiscono per eccellenza il minimo comune denominatore delle donne di oggi, di ieri e di domani. E non solo meridionali e salentine, come quelle di Valentina.
Ma c’è di più. Con mia grande sorpresa Valentina ama la sua terra, ama il Salento, la sua Guagnano. Rischierebbe tutto pur di rimanere nella terra dei due mari. Ed è felice di non essere emigrata. Ma forse, questa donna, è stata voluta dal Salento per il Salento, dove lentamente sta maturando un’identità forte, una dignità che prima non si percepiva, una nuova forza, che potrebbe portare al riscatto sociale ed economico. È attraverso le persone, gli intellettuali, i letterati, come Valentina, che per nulla al mondo si vergognerebbero delle loro origini e della loro terra, che il nostro Salento può imboccare la strada del riscatto, del ritorno agli antichi splendori, a quando infatti rappresentavamo la parte più evoluta d’Italia.