Galatina (Le) – La fiamma brucia ancora, ma qualcuno di coloro che non vogliono rinunciare al vecchio simbolo della Destra italiana prova a coniugarla col pragmatismo, per evitare di incorrere, per dirla con Pietro Nenni, in «piazze piene e urne vuote». Quel qualcuno è Massimo Giannini, ex aspirante sindaco di Galatina, che si indigna per l’ostracismo verso l’amato emblema, ma non disdegna di allearsi con il Partito Democratico. Fedeltà e strategia elettorale.
Giannini si era candidato alla guida di Palazzo Orsini per conto di Fratelli d’Italia – AN, essendo stato colpito dal diktat di Giampiero De Pascalis, a capo di una lista trasversale (da Forza Italia a Direzione Italia, includendo Socialisti Italiani, UDC, PD ed esponenti della società civile), che escludeva nella propria coalizione la presenza simbolo che compare in forma ridotta nel logo dei post-aennini. Motivo: la fiamma avrebbe turbato il sonno di socialisti e democristiani dell’UDC. Ma all’esponente di Fratelli d’Italia sarebbe stato gentilmente concesso di candidarsi come indipendente nel centrodestra.
Una discriminazione inaccettabile. Sicché Giannini aveva annunciato la sua discesa in campo su mandato di Fratelli d’Italia, ma poi ha cambiato ancora la sua posizione. «Non mi è piaciuto che il mio partito non mi difendesse, non intervenisse per tutelare il nostro simbolo» ci spiega.
Si è dimesso dalla carica di segretario cittadino di Fratelli d’Italia e ha abbracciato la causa di Paola Carrozzini, candidata sindaco in uno schieramento trasversale nel quale figura anche il Partito Democratico. Giannini ha aderito candidandosi in Alleanza Civica. Una scelta di cuore, ma anche dettata dal calcolo. Candidarsi infatti in una lista civica come consigliere comunale, garantisce più possibilità di successo rispetto a una discesa in campo nelle file del centrodestra, dove avrebbe dovuto guardarsi da qualche ostilità. Giannini però precisa: «Ho compiuto questa scelta solo nell’interesse di Galatina, interesse che non coincide con quello del centrodestra».
L’accordo stipulato con Pino Romano, riferimento di Alleanza civica, non è piaciuto alla segreteria di Fratelli d’Italia. Il motivo lo ha spiegato, in un comunicato stampa, il portavoce provinciale dei post-aennini, Pierpaolo Signore: «Lede le linee guida del partito, orgogliosamente di destra sociale, e pertanto contrario a qualsiasi accordo elettorale con un partito tanto in antitesi e lontano dai nostri valori».
Ora bisognerà capire cosa farà Fratelli d’Italia – AN, che ha annunciato di congelare il proprio simbolo riguardo alla competizione amministrativa galatinese. Fuori dal centrodestra e abbandonata dal candidato sindaco.
La segreteria provinciale del partito si riunirà dopodomani per discutere i provvedimenti relativi al groviglio creatosi nella cittadina nota anche per il pasticciotto. Lì, Fratelli d’Italia sembra in odore di pasticcio.