Copertino (Le) “Il nostro sogno e la nostra utopia, il governo ‘open’, dove la partecipazione non serve per vincere le elezioni ma per governare”. Questa la dichiarazione di intenti che ha accompagnato la campagna elettorale di Guglielmo Minervini, la novità di queste primarie.
A lui abbiamo rivolto gli stessi tre quesiti indirizzati ai suoi competitori, Emiliano e Stefàno.
Si aspettava una campagna elettorale così accesa?
Le primarie sono state pensate da sempre come terreno di confronto tra i diversi aspetti di una coalizione. I momenti di intenso scambio di opinioni, che a volte avvengono in maniera aspra, non devono essere letti in chiave negativa, ma vanno vissuti come elemento di arricchimento delle reciproche posizioni, senza ledere i modi di vedere di ognuno. In un’ottica simile ben venga una campagna elettorale accesa, ma non si dimentichi che si tratta di confronto interno ad uno schieramento comune.
Se il popolo del centrosinistra la scegliesse come proprio candidato e lei risultasse vincente, che rapporto pensa di avere con i suoi competitori?
Sicuramente improntato alla lealtà, poiché l’obiettivo è naturalmente comune, perseguibile, mettendo al servizio della coalizione le specificità di ognuno di noi. Non bisogna dimenticare che in 10 anni la Puglia è diventata una regione centrale nell’immaginario nazionale. Siamo riusciti ad essere un Sud anomalo che non si lamenta, ma si rimbocca le maniche, che non chiede con il cappello in mano ma sa proporre e produrre nuovi modelli di crescita e di sviluppo. Purtroppo ci portiamo dietro mali e questioni ataviche, che ancora ci accomunano al resto del Mezzogiorno, che non siamo riusciti a risolvere: penso alle grandi questioni ambientali, all’abusivismo, alla presenza della criminalità organizzata, al caporalato come unico strumento di reclutamento lavorativo nelle campagne. I prossimi anni devono essere dedicati a sciogliere questi nodi, a chiudere definitivamente la partita col nostro passato più cupo, per proiettare la Puglia verso il futuro, per renderla la Regione dove convivano saldamente innovazione e giustizia sociale.
Che tipo di messaggio desidera mandare ai suoi competitor?
Bisogna lavorare per creare le condizioni per rendere ancora di più la nostra Regione innovativa e solidale. È questa la Puglia che vogliamo costruire. Per farla non abbiamo bisogno di supporter, non chiediamo gente che il 30 novembre si rechi pigramente a votare. Vogliamo un popolo in movimento, che partecipi giorno dopo giorno, da ora e per i prossimi 5 anni, per fare della Puglia l’istituzione a più alto tasso di partecipazione e di trasparenza del nostro Paese.
A questo punto la parola passa agli elettori del centro sinistra. Domani nei seggi sparsi in tutta la regione saranno (forse) chiamati a scegliere il loro candidato. L’atmosfera non è delle più idilliache; nelle ultime ore a seguito di alcune dichiarazioni di Emiliano, il governatore ha addirittura chiesto lo STOP alle primarie in riferimento ad accordi del segretario PD con l’UDC. In queste dichiarazioni Michele Emiliano afferma che in occasione della votazione per l’approvazione del bilancio, una sorta di collaborazione sarebbe stata chiesta da Nichi Vendola.
Molta confusione in casa del centrosinistra, toccherà quindi agli elettorali, con la loro partecipazione alla consultazione che, stante alle notizie dell’ultima ora sembra in forse, mettere la parola fine alla bagarre, per far sì che i propri rappresentanti inizino a lavorare seriamente per le ormai imminenti elezioni regionali.
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