Il Consiglio regionale, lo scorso mese di luglio, ha approvato all’unanimità la legge che disciplina l’esercizio associato delle funzioni comunali; la norma dà attuazione alla legislazione nazionale in materia, prevedendo in particolare l’obbligo dell’esercizio associato delle funzioni fondamentali per i Comuni con popolazione fino a 5mila abitanti (3mila se appartenenti alla soppresse Comunità montane) , con esclusione del Comune di Tremiti il cui territorio coincide integralmente con quello delle omonime isole. L’esercizio delle funzioni, con esclusione di anagrafe e stato civile, dovrà obbligatoriamente essere esercitato in forma associata, mediante unioni di comuni o convenzioni.
Questo significa che anche le risorse umane, finanziarie e strumentali verranno messe in comune. Sarà istituito un registro regionale delle forme di gestione associata. L’iscrizione nel registro costituirà titolo per accedere ai finanziamenti regionali previsti di incentivazione all’esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Tale legge è stata attentamente studiata dalla consigliera di Grande Campi, Laura Palmariggi, che ci ha rilasciato alcune dichiarazioni su tale norma esprimendo delle considerazioni in merito: “Ho analizzato attentamente insieme ai miei sostenitori la proposta di legge della Regione Puglia sulla disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali, approvata dalla II commissione consiliare e tendente a sostenere le diverse forme. La finalità è quella di individuare livelli ottimali di servizio delle funzioni dei comuni, favorendo l’esercizio in forma associativa. In caso di mancata attuazione da parte degli Enti locali subentra il potere sostitutivo della stessa Regione. Le forme di associazione vengono realizzate attraverso le Unioni dei Comuni, la modifica delle circoscrizioni comunali o l’associazione tra comuni inferiori ai 1.000 abitanti. Per gli Enti che si organizzano in tali nuove forme è prevista la corresponsione di contributi e di incentivi da parte della Regione e dello Stato, anche in funzione del federalismo fiscale in attuazione dell’art. 119 della Costituzione. Tali forme favoriranno il massimo grado di integrazione tra i comuni, stabilendo la corresponsione dei benefici in relazione al livello di unificazione. La proposta di legge risulta composta da 21 articoli ed è stata sottoposta al vaglio delle Amministrazioni Comunali e delle Unioni dei Comuni per eventuali suggerimenti o indicazioni utili. A tal proposito, insieme ai miei sostenitori, vagliando minuziosamente l’articolato della interessante proposta di legge, ho constatato che dal combinato degli articoli 9 e 20 manca uno specifico riferimento ai diversamente abili, ai bisognosi di assistenza quotidiana, agli insegnanti di sostegno, al servizio di fornitura di pasti caldi; emergenze tutte che richiedono ingenti risorse che non possono essere affrontate dai singoli comuni o dai distretti socio sanitari; in considerazione pure che i trasferimenti da parte dello Stato diminuiscono costantemente. Questo nostro è, ovviamente, un modesto contributo per migliorare la proposta in favore dei cittadini più deboli e delle categorie più svantaggiate. Credo comunque che da un necessario dibattito tra gli amministratori impegnati in prima linea, soprattutto nella difesa dei diritti di chi è costretto a vivere nel disagio, possano emergere utili indicazioni per rendere più efficace l’importante proposta di legge che potrebbe anche rivelarsi utile per il potenziamento di mezzi e di apparecchiature elettroniche in grado di controllare più attentamente il territorio e di contrastare le violazioni di legge.” La politica di servizio quando supera le contrapposizioni e si muove per il bene della comunità, non può che far sperare che avvenga un cambiamento nell’azione delle istituzioni tutte verso i cittadini.
{loadposition addthis}