Nuove tasse su auto inquinanti: cosa cambia dal 2019

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Sulla scorta degli avvisi contro l’inquinamento e lo smog il M5S ha proposto un emendamento approvato in commissione di Bilancio promotore di un’eco-tassa, per favorire l’acquisto di auto elettriche, ibride o a metano e per disincentivare l’acquisto di veicoli più inquinanti. E, se la procedura parlamentare dovesse andare a buon fine, a partire dal 2019 il 60% delle auto nuove acquistate dai cittadini italiani potrebbe subire un rincaro che va da un minimo di 150 € a un massimo di 3000 € (a seconda della cilindrata e della categoria). Il restante 40% non subirebbe nessuna variazione grazie agli incentivi introdotti. Ciò significa che una Fiat Panda 1.2 benzina che emette più di 110 g/km di CO2 andrebbe a costare 400€ in più, mentre un’auto di nuova generazione con emissioni tra 0 e 90 g/km di CO2  avrebbe un incentivo compreso tra i 1500€ e i 6000€. Nella fascia media (dai 90 ai 110 g/km) i prezzi rimarranno invariati.

Parte delle entrate  derivanti da questa eco-tassa (circa 300 milioni di euro) andrebbero sia ad autofinanziare gli incentivi destinati all’acquisto di auto più “verdi” sia ad arricchire le cassie dello stato nella loro eventuale eccedenza.

Però trattandosi di un emendamento, è doveroso ricordare, che non c’è ancora nulla di certo. Fatto sta che la bozza del provvedimento è nel contratto di governo, che ovviamente è spaccato anche su questo fronte per quanto riguarda l’approvazione.

Di certo, tuttavia, bisogna considerare le difficoltà che portano gli italiani a non comprare auto elettriche, come appunto la scarsità di punti di ricarica e l’elevato costo del prodotto (l’utilitaria elettrica meno costosa ha un prezzo base di 22.500€ più il costo delle batterie), anche se questo prezzo dovrebbe ridursi con gli incentivi. Ma c’è qualcosa in più. I problemi distributivi dell’imposta andrebbero a colpire non solo le auto di grossa cilindrata (più inquinanti e più costose) ma anche autovetture più popolari, più diffuse e con un prezzo relativamente basso.

Ovvio che fa molto piacere che ci sia un’azione politica attenta alle tematiche ambientali, ma se non ben disegnata potrebbe avere degli effetti regressivi sia dal punto di vista ambientale che economico. L’eco-tassa darebbe infatti, degli incentivi alle classi più agiate e dotate di risorse finanziarie, a scapito delle classi meno abbienti, le quali avrebbero dei disagi considerevoli, spendendo cifre più alte per la stessa auto. Insomma, così come è stato impostato il provvedimento, non sembra orientato a salvaguardare i diritti delle classi più deboli, anche se si considera che proprio in questi giorni gli effetti di imposizioni impopolari si stanno facendo sentire in Francia con la rivolta dei Gillet Gialli, che guarda caso è iniziata a causa degli aumenti delle accise sul carburante.

Questo non significa, però, che questa non possa essere la strada giusta anzi, più che mai oggi bisogna attuare delle politiche che apportino un giusto equilibrio tra rispetto per l’ambiente e lo stile di vita della nostra società.

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