Guagnano (Le) – Dopo la grande kermesse che pochi giorni fa ha coinvolto la comunità guagnanese, una frangia di opposizione, ovvero il Gruppo di Minoranza Vite in Comune -composto da François Imperiale, Mimma Leone, Giusi Ricciuto e Antonio degli Atti – in una nota stampa fa sapere con grande onestà intellettuale che l’evento è stato organizzato e diretto in maniera soddisfacente per tutti. Più nello specifico si fa sapere che “Il Premio quest’anno, pur rimanendo lontano dai successi clamorosi di molte delle edizioni passate, ha segnato un netto miglioramento rispetto all’anno scorso…”
Certamente, non mancano una serie di notazione tecniche di critica nei confronti della governance del Premio, come ad esempio i ritardi nella nomina del Comitato Tecnico Organizzativo ed il suo presidente, l’esclusioni in molte parti dell’evento, della cittadinanza, costruendo momenti particolari per pochi addetti ai lavori, alcune lacune negli addobbi urbanistici. Ma d’altro canto si sottolinea che “…la vera svolta dell’edizione di quest’anno sta nell’aver dato un maggior respiro internazionale al Premio (…) il cui merito va riconosciuto a Davide Gangi e Vinoway.” Da qui certamente “…la vera sfida da cogliere rimane sempre la stessa..” ovvero coniugare in termini turistici il Premio per dare respiro all’economia della comunità guagnanese.
Naturalmente, al di là delle blande critiche, la questione di fondo questa volta è che la politica non solo si è mossa in un quadro di efficacia ed efficienza, ma l’opposizione si è tenuta aderente ad un’azione costruttiva e di concretezza, senza politiche sterili o di facciata. E’ questa l’eccezione della politica, che in sostanza ci appare diversa?
Di sicuro, convergenze sostanziali tra governo ed opposizione sono rare, ma in fondo, al di là dei confronti che generano confusione nel cittadino comune, tali episodi inducono a trarre delle conclusioni, e cioè che non tutta la politica è fatta di arrivismo e lotta simoniaca e per lo scranno.
Il caso Premio Terre del Negroamaro dà un segnale beneagurante di buona politica, di quella politica che mette al centro della propria azione il fare e la comunità e che dietro se stessa trova progetti e sogni, decisivi per un incedere onesto e significativo.