È stato firmato questa mattina il decreto legge che sblocca i fondi, – 40 miliardi di euro – per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione (PA) nei confronti di banche e imprese. Si tratta solo di un piccolo passo verso il completo pagamento dei debiti, che ammontano a circa 91 miliardi di euro, che la PA detiene nei confronti delle aziende.
I primi pagamenti dovrebbero arrivare già nel prossimo mese di Maggio. Il governo, stando a quanto prevede il decreto, si impegna ad un controllo capillare della ripartizione dei fondi. Inoltre sarà attento all’andamento che prenderà il deficit italiano facendo sì che resti sotto la quota del 3% come richiesto dall’UE. In caso di sforamento, il governo, adotterà delle misure preventive di aggiustamento definiti “interventi d’urgenza”.
Il premier Mario Monti ha dichiarato: “Il Consiglio dei ministri ha adottato oggi un provvedimento urgente per il pagamento dei debiti della Pa“ e successivamente, in relazione al ritardo dei pagamenti, ha aggiunto: “è una situazione inaccettabile e che è stata a lungo accettata”.
Alle dichiarazione del premier sono seguite quelle del Ministro dell’Economia Vittorio Grilli che ha dichiarato: “Chiediamo alle amministrazioni di seguire un ordine di priorità: prima le imprese e dopo le banche, e prima i crediti più anziani. Si parte dalle fatture più vecchie”. Allo stesso tempo Grilli ribadisce che bisogna fornire ancora più aiuto alle imprese che subiscono le pressioni della crisi ma nello stesso bisogna salvaguardare i sacrifici fatti per mantenere i conti dello stato in ordine.
Secondo la Cgia di Mestre però, l’ammontare dei debiti potrebbe essere di molto superiore a quello dichiarato dallo Stato. Infatti si stima che l’ammontare complessivo dei debiti possa essere intorno ai 120/130 miliardi di euro. La stessa Cgia ha duramente contestato il metodo adottato per il calcolo del debito. A tal proposito il segretario della Cgia – Giuseppe Bortolussi – chiede che venga fatto dalla Ragioneria dello Stato, in tempi ragionevoli, un ricalcolo dell’ammontare del debito tenendo conto però di tutte le imprese presenti sul territorio e non solo di quelle con un numero di addetti superiore a 20.
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