All’indomani delle elezioni politiche e al grande exploit del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, gli eletti saranno sottoposti ad un codice comportamentale da rispettare, previa, anche, l’espulsione dal M5S.
In primis non dovranno utilizzare l’appellativo di onorevole ma dovranno farsi chiamare più semplicemente “cittadino” o “cittadina”. La loro retribuzione mensile sarà pari a 5 mila euro lordi al mese ed il resto sarà restituito alle casse dello Stato, incluso anche l’assegno di solidarietà (trattamento di fine mandato).
Avranno diritto ai rimborsi relativi alle spese di vitto, alloggio, trasporto, spese telefoniche e trattamenti pensionistico con sistema di calcolo contributivo. Tutte queste spese, però, saranno rendicontate e specificate sul sito del M5S.
Il candidato eletto dovrà, inoltre, dimettersi qualora venisse condannato, anche solo in primo grado, mentre se dovesse essere rinviato a giudizio avrà facoltà di scegliere se restare o dimettersi dall’incarico.
Come da legge, se alcuni parlamentari del movimento, dovessero richiedere l’ausilio di una persona terza per svolgere la propria attività, la retribuzione per la persona da loro richiesta non potrà superare i 5 mila euro lordi mensili.
Le leggi dovranno venire dal basso e dovranno essere sostenute da almeno il 20% dei partecipanti, qualora non raggiungessero tale soglia potranno comunque essere portate al vaglio dei gruppi parlamentari.
Per quanto riguarda il Regolamento della Camera dei Deputati e del Senato che prevede che, a ciascun gruppo parlamentare, vengano assegnati, dall’Ufficio di Presidenza, contributi da destinarsi agli scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare, nonché alle “funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili”, questi saranno decisi direttamente dal fondatore del movimento, cioè Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonché di evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili.
Inoltre non potranno allearsi con nessun’altro gruppo parlamentari presente all’interno del Parlamento, ma potranno votare unitamente ad altri gruppi parlamentari qualora se ne condividesse la proposta.
Infine saranno obbligati a rispettare le regole presenti nel loro “Non Statuto” e saranno tenuti a restare lontani dai talk show televisivi.
Il M5S rappresenterà anche un voto di protesta e non di proposta, come molti sostengono, ma se questo codice di comportamento fosse rispettato non solo dai parlamentari del M5S, ma anche, da tutti gli altri gruppi parlamentari presenti all’interno del Parlamento, questo rappresenterebbe un primo, ma forte, segnale di cambiamento della politica. Sarebbe molto apprezzato dall’opinione pubblica e probabilmente porterebbe ad un ri-avvicinamento del cittadino alla “Cosa Pubblica”.
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