Campi Salentina (Le) – Il 26 settembre scorso è stato convocato il Consiglio dell’Unione dei Comuni del Nord Salento, riunito in seduta straordinaria monotematica. All’ordine del giorno: le iniziative da intraprendere per la difesa della salute delle popolazioni del nord Salento e della provincia di Lecce in genere, a causa delle emissioni nocive di insediamenti industriali all’interno delle province di Lecce Brindisi e Taranto.
Il problema per eccellenza, che investe il territorio dell’Unione dei Comuni, è rappresentato dalla centrale Enel “Federico II”, alimentata a carbone. Stiamo parlando della centrale termoelettrica più grande d’Europa ed anche la più inquinante del mondo.
La centrale nel 2005 aveva consumato oltre 6 milioni di tonnellate di carbone, emettendo oltre 15 milioni di tonnellate di CO2, valore poi sceso negli anni successivi (ultimo dato registrato 11,5 Mt) a causa del minor numero di ore di funzionamento dell’impianto. La “Federico II” rimane comunque l’impianto termoelettrico con maggiori emissioni di CO2 a livello nazionale.
Entrata in funzione nel 1990, con una potenza complessiva di 2640 MW, la centrale si trova a 12 km da Brindisi, occupa un imponente spazio di 270 ettari, comprende 4 gruppi elettrogeni alternatori, della potenza di 660 MW ciascuno, 60 GW di corrente elettrica prodotta al giorno, un modesto camino di 200 metri. È collegata, tramite quattro elettrodotti da 380 KW, alla stazione elettrica di Tuturano, da cui si snodano le linee nazionali. Comprende quattro torri per i generatori di vapore, due sale di controllo, gli spazi dei trasformatori, un parco combustibili liquidi ed un piazzale dello stoccaggio del carbone, gli impianti per il recupero ceneri e per i condensatori, la ciminiera dove sono convogliati i fumi dopo la depurazione, le opere di presa e di restituzione al mare delle acque. Inoltre, il carbone viene trasportato mediante uno dei nastri trasportatori più grandi che siano mai stati costruiti in Europa, lungo ben 13 km, che parte nei pressi del porto di Brindisi, dove arriva per mezzo di navi, e che è in grado di trasferire oltre 2000 tonnellate per ora di combustibile alla centrale.
Il percorso, così lungo da affrontare, garantisce una sicura dispersione di polveri tossiche che il vento si diverte a riversare su tutto il Salento e che sono responsabili della contaminazione di vasti appezzamenti di terra resi, di fatto, non più coltivabili con grave danno per l’economia locale oltre che per l’ambiente.
Ciò detto giusto per ricordare il biglietto da visita di questo insediamento, senza dilungarci oltre nella storia di quello che a tutti gli effetti e senza esagerazione possiamo definire un ecomostro.
Arpa Puglia in questi giorni a conclusione di uno studio ambientale sentenzia: “La valutazione del rischio cancerogeno inalatorio delle emissioni 2010 dello stabilimento Enel di Brindisi evidenzia che, ipotizzando un’esposizione costante a concentrazioni modellate per 70 anni, le probabilità aggiuntive per la popolazione di sviluppare un tumore nell’intera vita risultano inferiori a un caso su diecimila”.
Conclusioni che lasciano a dir poco sbigottiti. Per questo era stato convocato il Consiglio dell’Unione dei Comuni: si sarebbe dovuto discutere di inquinamento, di sviluppo di energie alternative quali la geotermia, occasione per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Il “sarebbe”, è dovuto alla conseguenza del mancato svolgimento dell’assise, per mancanza del numero legale dei consiglieri delegati dai vari Comuni.
Questo fatto, di per sé grave, è forse la misura dell’interesse della classe politica locale verso tematiche così importanti? Abbiamo girato la domanda al consigliere Giovanni De Luca, delegato all’Unione dei Comuni dal Sindaco di Novoli, Oscar Marzo Vetrugno: “Sono molto rammaricato per la mancanza del numero legale in un consiglio così delicato e durante il quale bisognava mandare un messaggio Istituzionale a dei poteri forti che non sono certo amici di questa terra ed interessati alla salute dei salentini; il prossimo consiglio è stato convocato per giovedì 2 ottobre. Spero serva per un richiamo alle coscienze individuali e, mi sia consentito, ad una chiara e limpida assunzione di responsabilità. Lo dico a me stesso affinché non si risenta nessuno”.
L’auspicio di tutti è quello che l’impegno dei rappresentanti del nostro territorio diventi concreto nell’interesse della salute delle popolazioni coinvolte dal problema e non sia sempre un ragionamento teorico da cavalcare ed applicare solo in campagna elettorale.
{loadposition addthis}