Squinzano (Le) – Il regolamento delle primarie del centrosinistra all’art. 6 recita: Elettorato attivo “Possono esprimere il proprio voto nelle Primarie tutte le cittadine e i cittadini italiani, dell’Unione Europea o di altri paesi extraeuropei (purché in possesso di permesso di soggiorno) residenti nei comuni pugliesi, che abbiano compiuto sedici anni entro il 30 novembre 2014, che dichiarino di riconoscersi nella proposta politico-programmatica della coalizione di centrosinistra e che accettino di essere registrati (cognome, nome, domicilio, cell. indirizzo email) al momento del voto, nell’albo pubblico delle elettrici e degli elettori del centrosinistra, versando almeno un euro a titolo di contributo per le spese organizzative”.
Tale premessa, è necessaria per evidenziare ciò che si è verificato nella giornata di ieri. Partiamo col dire che le regole delle primarie non sono un dogma, naturalmente si possono cambiare. Sin dai primi momenti dell’apertura del seggio, allestito presso la Sala Consiliare del comune, l’affluenza degli elettori, teoricamente di centrosinistra, è stata notevole. Molti dei cittadini presenti, partendo dal presupposto che in un piccolo paese ci si conosce tutti, risultavano ai più come facenti parte del corpo elettorale che ha portato al governo la giunta di centrodestra in carica. Senza voler minare la buona fede di nessuno, c’è da chiedersi se questi probi cittadini siano stati colti da improvvisa folgorazione sulla strada che portava dalla loro abitazione alla Casa Comunale, come quella che ebbe San Paolo sulla strada di Damasco, tale da riconoscersi, come recita la norma dell’art. 6 del regolamento delle primarie, nell’area di centrosinistra. Incredibilmente così a Squinzano sembra ci sia stata massima affluenza di elettori che però, alle scorse elezioni amministrative, avevano scelto il centrodestra. Volendo fare i puntigliosi, si potrebbe dire che risulta quantomeno paradossale che i candidati del centrosinistra possano essere scelti da elettori di centrodestra, stando a quanto ci hanno raccontato i vecchi militanti della sinistra presenti al seggio. Non si può fare a meno di pensare all’ultima polemica sorta in seguito all’accordo di Michele Emiliano con l’Udc; ci si chiede cosa pensa il governatore Vendola, sapendo che il suo candidato è stato votato da truppe, riconosciute dai più, come fedeli elettori dell’area di centrodestra che governa Squinzano. A spoglio ultimato i risultati delle primarie a Squinzano dicono che hanno votato 1120 elettori: Dario Stefàno 767 voti, Michele Emiliano 270, Guglielmo Minervini 76, le nulle sono state 5 e le bianche 2. Questi i dati su cui la sinistra dovrà riflettere. Michele Emiliano vince le primarie con il 57 per cento dei suffragi, ma ciò che a Squinzano salta agli occhi dovrebbe una volta per tutte avviare una seria e profonda riflessione sul lavoro da svolgere. Un candidato, che rappresenta un’area politica ben definita, dovrebbe essere espressione quantomeno di elettori che fanno riferimento a quell’area, ma forse questo non è più di moda. Quindi più che pensare al dato regionale, analizzando i fatti, il risultato comunale evidenzia, novità Minervini a parte, che a Squinzano la sinistra tradizionale non c’è più.
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