Scambio di corrispondenza fra Cristian Sturdà, componente del direttivo del Movimento Regione Salento, ed il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, al quale Sturdà scrive: “Caro Melucci, è vero che i destini di Lecce, Brindisi e Taranto nella storia hanno sempre coinciso, ed è altrettanto auspicabile che in futuro il loro cammino avvenga insieme.
Non ci sono dubbi sui benefici che questa ritrovata unione dei tre territori porterebbe alle loro (unica) Comunità, storicamente legata sotto l’ antico vessillo della Terra d’Otranto.
Una Comunità omogenea e legata da comuni interessi, che potrebbe far risaltare attraverso un’ unica regia. Basti pensare al rilancio delle nostre infrastrutture come: porti, aeroporti, o alla valorizzazione delle nostre risorse culturali come: Università, musei ecc.
Si potrebbero recuperare investimenti importanti ed allocarli dove il Territorio lo richiede, senza dover passare da Bari dove si fermano il 60% delle risorse regionali.
Per fare tutto ciò, però, non è “l’Area Metropolitana” lo strumento adatto, la cabina di regia di cui abbiamo bisogno, ma la “Regione”, la nostra Regione, quella che ci è stata scippata, cancellando le nostre radici, in una notte infausta e che a conti fatti sarebbe l’undicesima in Italia per numero di abitanti.
Come hai ben detto caro sindaco, noi siamo conosciuti nel mondo come salentini, non come pugliesi e questo perché noi non siamo pugliesi, noi siamo figli di una Terra comune che ha subito in questi anni lo strapotere barese restando colpevolmente in silenzio.
Anche oggi, con le vicende covid-19 e xylella, ci accorgiamo di quanto differenti siano gli interessi del nostro Salento con quelli pugliesi.
Pertanto caro Sindaco ti prego di voler intraprendere un percorso di strada comune, ma di chiamandolo con il suo vero nome, senza alcun timore reverenziale, Regione Salento”.