Trepuzzi (Le) – Oramai è ufficiale: il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 26 settembre u.s., ha deciso la data per il Referendum Costituzionale: si voterà il 4 dicembre 2016. L’annuncio è stato fatto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Claudio De Vincenti che ha così spiegato: “La decisione arriva con più di 10 giorni di anticipo rispetto al termine utile e la data del 4 dicembre è anticipata rispetto all’ultima data possibile, non c’è un motivo particolare per questa scelta”.
Sul tema del voto interviene Oronza Renna, eletta al Consiglio Comunale di Trepuzzi nelle consultazioni del 5 giugno ed attualmente presidente della III Commissione alle Politiche Sociali. “Il mio voto al Referendum Costituzionale sarà convintamente per il NO – scrive Renna – perché ritengo questa una riforma sbagliata, che rischia di infliggere un duro colpo alla nostra democrazia.
Dico NO perché il combinato disposto tra Riforma Costituzionale e legge elettorale sortirebbe come effetto quello di concentrare tutto il potere nelle mani di pochi, privando di forza la rappresentanza politica e affidando ad un’unica persona il potere legislativo e quello giudiziario. Si fa, poi, un gran parlare del Senato post riforma. Quello che ne verrebbe fuori sarebbe un organo ibrido, depotenziato ed indebolito. Mi chiedo: come potrebbe un amministratore locale svolgere seriamente e bene il doppio ruolo di amministratore e Parlamentare? Ruolo che, oltretutto, sarebbe chiamato a ricoprire non perché frutto del voto popolare.
Si dice che con questa riforma si abbattono i costi della politica; per farlo realmente basterebbe procedere con un taglio degli stipendi dei Parlamentari, accompagnato da un dimezzamento dei deputati e senatori. Il bilancio del Senato, oltretutto, incide in modo trascurabile sul bilancio dello Stato, con una notevole rilevanza in esso delle spese generali e di funzionamento, che ovviamente non sarebbero eliminate con questa riforma. Sarebbe, quindi, più opportuno eliminare i tanti privilegi che ancora esistono e non continuare a ridurre gli ‘spazi di democrazia’.
Credo invece che, qualora a vincere fosse il Sì, si consegnerebbe il Paese nelle mani di una sola persona che avrebbe libertà e autonomia sproporzionata e senza contrappesi istituzionali. È davvero questo che vogliamo? È davvero questo lo spirito che ha mosso i Padri Costituenti? Nutro seri dubbi a tal proposito. Per apportare delle modifiche ad un testo così importante bisogna perseguire la strada del dialogo, del confronto e della discussione costruttiva. Cose che ad oggi sono mancate! Per questo – conclude – ho deciso di aderire al Comitato “Scelgo NO” al Referendum Costituzionale”.