Trepuzzi (Le) – In nome della sempre sbandierata identità salentina, il Comune di Trepuzzi, attento alla pacifica convivenza tra italiani, estrae dal cilindro una di quelle intitolazioni di cui si avvertiva impellente bisogno.
Chissà quante persone infatti nel paese sito a una dozzina di chilometri da Lecce speravano che a Franca Rame fosse intestata la sala giunta del palazzo comunale. Una decisione frutto della precedente amministrazione, che, come l’attuale, è guidata dal centrosinistra.
Scelta che ha fatto rizzare capelli e barba al consigliere di opposizione Francesco Pezzuto. Il quale, in una nota, commenta: «Una scelta pessima, giustificata da una biografia a dir poco edulcorata, dalla quale sono stati volutamente omessi aspetti inquietanti della vita e dell’attività politica dell’attrice milanese. Negli anni settanta Franca Rame, assieme al marito Dario Fo, si rese protagonista della difesa del terrorista Achille Lollo, di Potere Operaio, autore del famigerato “rogo di Primavalle”, nel quale furono arsi vivi i fratelli Virgilio e Stefano Mattei, rispettivamente di 22 e 8 anni».
L’esponente della minoranza del Consiglio comunale trepuzzino cita un passo della lettera che la Rame avrebbe scritto a Lollo, poco dopo che questi fu arrestato: «Caro Achille, ti ho spedito un telegramma non appena saputo del tuo arresto […] Ti ho inserito nel Soccorso rosso militante. Riceverai denaro dai compagni, e lettere, così ti sentirai meno solo. Comunicami immediatamente la tua scarcerazione, che avverrà prestissimo. Se puoi scrivi. Un fortissimo abbraccio».
Pezzuto rinfresca la memoria di qualcuno: «Grazie all’impegno, non solo politico ma anche economico, della Rame e del marito, il carnefice dei fratellini Mattei poté fuggire in Brasile, scampando alla condanna definitiva a 18 anni di carcere per duplice omicidio colposo». Quindi il giudizio: «Una donna che ha incanalato il dolore per la violenza subita nell’odio verso la opposta parte politica, senza desistere nemmeno di fronte a due innocenti ragazzi carbonizzati, una persona che ha favorito la latitanza di un omicida, non può essere indicata come esempio virtuoso alle nuove generazioni e non dovrebbe ricevere nessuna intitolazione da parte delle istituzioni».
Chissà se l’attuale sindaco, Giuseppe Taurino, l’assessore Anna Maria Capodieci e compagnia osannante che ieri erano presenti allo svelamento della targa se ne ricordavano.
Non sarebbero stati tutti più contenti intitolando quella sala giunta a un salentino?