Una delle cose che, nostro malgrado, abbiamo dovuto accettare in questi anni è la necessità di dover fare i conti con la preoccupante mancanza di certezze, in cui siamo scivolati in seguito alla grave crisi economica che ha avuto ripercussioni mondiali. Nel villaggio globale, nel quale ci troviamo a vivere, tutto è collegato e interdipendente grazie ad un complesso meccanismo economico-finanziario che detta le regole. Tali regole, interagendo con le specifiche caratteristiche delle singole realtà locali, si ripercuotono sui vari processi economici, condizionandoli in buona parte. Comprendere questi meccanismi non è facile e, spesso, la grande mole di informazioni, che giunge dai vari mezzi di comunicazione di massa e dai nuovi media, più che fare chiarezza, aumenta la confusione di chi, senza essere un esperto di economia e finanza, vorrebbe comunque avere una conoscenza concreta di questi processi.
Nell’edizione aggiornata del saggio Capire l’economia della provincia di Lecce, edito da argoMenti edizioni, l’autore Mauro Ragosta, profondo conoscitore della materia, che ama definirsi un battitore libero del panorama culturale leccese, attraverso l’uso di un linguaggio accessibile, sgravato quindi di tutti i tecnicismi lessicali propri delle discipline economiche, fornisce una conoscenza adeguata dell’evoluzione dei diversi settori produttivi che animano l’economia della provincia di Lecce. Il saggio si articola in tre punti fondamentali per mezzo dei quali si analizza l’argomento preso in esame. La prima parte offre al lettore una breve analisi delle determinanti economiche e politiche nazionali e le loro ricadute a livello locale. Avere una conoscenza chiara di questi fattori si rivela fondante per ottenere una reale consapevolezza della portata dei problemi che animano l’economia leccese. Sulla base dei dati in suo possesso, le Istituzioni favoriscono il sistema produttivo locale?
“A mio giudizio, a prescindere dalle buone politiche adottate sino a dieci anni fa in ambito turistico che, come ho sottolineato, hanno permesso al turismo una progressione importante soprattutto negli ultimi anni, ammortizzando gli effetti della crisi, poco è stato fatto; e quel poco rientra in accorgimenti strategici di secondo piano – ci spiega Mauro Ragosta, durante una breve intervista – In provincia di Lecce mancano circa 30.000 imprenditori e nulla è stato realizzato per compensare questa grave carenza del sistema. Anzi, sia i fondi europei sia gli aiuti statali si sono focalizzati su aspetti di contorno e meramente accessori”.
Successivamente, nel secondo punto, si passa ad un attento esame dell’economia della provincia di Lecce, nei suoi tratti salienti, al fine di individuarne le peculiarità caratterizzanti. In questi ultimi anni, grazie anche al rilancio turistico e culturale, molti imprenditori stranieri sono giunti nel Salento e hanno fatto considerevoli investimenti nel nostro territorio: quali benefici ne ha tratto l’economia locale?
“Il settore che grandemente sta beneficiando di tutto ciò è quello immobiliare, che, da sempre focalizzato sulle determinanti locali, oggi ha una portata di maggior respiro e che fa beneficiare la provincia dei flussi finanziari provenienti dall’esterno, i quali sostengono un’economia, la nostra, attualmente, molto debole. Un settore quello immobiliare che a partire dal 2008, da domestico si è trasformato in internazionale, vedendo infatti implicati negli investimenti in strutture edili, non solo di operatori del Nord, ma anche stranieri”.
Verso quali settori si sta orientando l’economia della provincia di Lecce?
“Sino all’entrata dell’euro, i settori trainanti della nostra economia erano legati all’industria in senso stretto e all’edilizia, dove la parte da leone la facevano il TAC (tessile abbigliamento e calzature) e la meccanica legata al settore dell’auto. Non è azzardato sottolineare che questi settori nel complesso addensassero più di 40.000 addetti. Oggi, non è più così a seguito della politica monetaria e valutaria della BCE e della crisi innescatasi nel 2008. In compenso però, un grande slancio ha avuto il turismo, in virtù delle politiche istituzionali, e soprattutto della Provincia, in particolar modo durante la gestione Ria e negli anni ’90, che hanno dato un’immagine appetibile sotto il profilo culturale ed ambientale del nostro territorio. Un settore, quello turistico, che ha fatto da traino a molti altri settori come quello dell’agroalimentale, dell’edilizia, dell’artigianato e, sotto certi aspetti, del commercio”.
Nell’ultimo punto si procede, infine, ad un’attenta analisi settoriale per mezzo del quale vengono illustrate le tendenze e gli orientamenti di ciascuno dei settori produttivi principali. Nel saggio, inoltre, si prende in considerazione il settore emergente dell’arte, dello spettacolo e della cultura: quali sono a suo avviso, in rapporto a quello che sono le realtà locali, le vere potenzialità di sviluppo economico legate a quest’ambito?
“Il settore dell’arte, dello spettacolo e della cultura solo negli ultimi dieci anni ha mostrato dinamiche di rilievo sotto il profilo economico: da fenomeno d’élite si è trasformato in pratiche di massa. Siamo solo agli inizi dello sviluppo di questo settore. Uno sviluppo peraltro spontaneo, che ha come determinanti accenti prettamente locali. Non è superfluo sottolineare che, secondo stime pessimistiche, questo settore partecipi al PIL provinciale per circa il 5%. E ancora, non è azzardato prevedere che nei prossimi dieci, quindici anni, questo dia luogo a sconfinamenti oltre la provincia, perdendo così il carattere prettamente domestico. In altre parole, gli operatori locali nei prossimi lustri si proietteranno in ambito regionale, meridionale e nazionale con forza e in maniera massificata, dando così un contributo all’economia provinciale di primissimo piano”.
Le dinamiche economiche che animano un territorio come quello salentino sono molteplici e spesso non tutte sono orientate verso un’unica direzione. Molte le incognite dovute a fattori non facilmente dimensionabili; nonostante ciò, Capire l’economia della provincia di Lecce, riesce a darne una visione d’insieme, facendo inoltre possibili proiezioni sul loro futuro andamento