In un’epoca segnata dalla incalzante crisi e dalla banalizzazione dei sentimenti, diventa essenziale la riscoperta dell’amicizia, sempre più assente in questa nostra società in cui l’esigente e prepotente progresso economico ha finito per instillare nell’uomo il pensiero di bastare a sé stesso.
Ecco perché un professionista, psichiatra attento, come Paolo Crepét dedica a questo tema un agile volume che prende in esame tutte le sfaccettature di un sentimento, l’amicizia, per l’appunto, sempre più inflazionato ma mai intimamente vissuto come dono, incontro, decentramento.
C’è l’amicizia maschile, più ludica, e quella femminile, più intima; quella di un tempo che fu … E quella di Facebook, Twitter e della miriade di social network che sovrastano la rete; quella tra genitori e figli, e quella fra colleghi.
Un legame consolatorio e rivoluzionario, paragonato ad una meravigliosa pianta grassa: “ha bisogno di poca acqua e di poche cure, vive in una solitudine nella quale si organizza da sé l’esistenza, non vuole essere abbandonata ma nemmeno ossessionata dal suo curatore”.