Un tempo si definiva “la scienza con la quale o senza la quale ogni cosa resta uguale”. Oggi Alessandra Peluso, filosofa, poetessa e critica letteraria originaria di Leverano, con il suo saggio rema controcorrente: ed ecco che l’innato amore per lo studio e l’esercizio del dubbio diventa un manuale per la ricerca della felicità. Uno specchio per guardarsi dentro, un “grazie” sempre in tasca, un sorriso ovunque a potata di mano e un occhio in più per guardare il mondo con spirito fanciullo: sono questi gli ingredienti per riscoprire la bellezza dell’essenza della vita. Una vita troppo spesso intrappolata nei doveri, nella routine, nell’ansia del tempo che scorre troppo in fretta e che scandisce le fasi di un’esistenza giostrata dalle attese, le convenzioni e quegli stereotipi che raramente scegliamo ma troppo spesso “indossiamo” ogni giorno.
Ma come ogni maschera, anche quella sociale finisce per andar stretta e quella vita che ogni giorno tentiamo di mettere in scena nel migliore dei modi, finisce per soffocare, togliere il respiro, finché la maschera non diventa volto e l’attore vittima del suo ruolo.
Ma se così non fosse? Se ci liberassimo dal copione per diventare registi e protagonisti di un canovaccio libero, improvvisato, scelto? Che cosa accadrebbe se ognuno di noi avesse il coraggio di prendere consapevolezza che basterebbe «partire dal proprio io per cominciare a cambiare il mondo»?
La Sophia-Analisi – spiega Alessandra nel saggio, pubblicato con I Quaderni del Bardo edizioni – è proprio quella corrente psicoterapeutica che, nascendo in seno alla psicoanalisi, integra le dimensioni filosofiche ed antropologiche per indicare un cammino che non ha nulla di già segnato, imposto o “manualizzato”. Una proposta per ritornare allo stato fetale, dove ognuno può riscoprire il suo ego bambino, l’unico in grado di sorridere sempre alla vita, libero da qualunque malizia, scopo, pregiudizio, libero da qualunque bicchiere mezzo vuoto. Una “non cura per sani” quella raccontata dalla scrittrice, che della Consulenza Filosofica fa il suo cavallo di battaglia, quello su cui ogni uomo potrebbe finalmente sentirsi in sella alla vita. Nessun metodo, nessuna prescrizione, nessun paziente e nessuna teoria da somministrare con auliche citazioni da azzeccagarbugli: semplicemente l’Arte del pensare per il gusto dell’Arte fine a se stessa.
E come ogni percorso catartico, anche quello dell’amore ab-soluto per la conoscenza dovrebbe essere assaporato in tutte le sue sfumature, riscoprendo il piacere di ogni singolo passo verso la libertà: libertà di essere se stessi scegliendosi ogni giorno. Così, anche quello dell’accoglienza diventa un esercizio spirituale e lenitivo allo stesso tempo: il consulente filosofico accoglie l’uomo che è rimasto “impigliato nella vita” – così come scriveva lo stesso pioniere della consulenza filosofica Achenbach – e nel farlo parte dalla sua unicità: nessuno verrà inquadrato in una patologia o un percorso terapeutico già validato. Ognuno sarà prima di tutto un uomo, e poi un “consultante” e un gradito ospite della chiacchierata. Il tutto consiste nel togliere un po’ di ruggine su quella volontà di potenza che dovrebbe muoverci ogni giorno, piuttosto che essere assopita e sostituita dalla comodità dell’alienarsi nelle scelte altrui. Il carpe diem come atto di rivolta per tagliare i fili di burattini troppo stanchi di essere applauditi per uno spettacolo che no ha nulla di spontaneo o consapevole.
Alla ricerca di una serenità epicurea fondata sul motto “apprezza ciò che hai e rallegratene ogni giorno”, Alessandra Peluso in un breve saggio di sole 55 pagine è riuscita ad aprire un varco di luce in quel sonno della ragione che genera mostri, e di conseguenza vite mostruose. Ma dall’essere monstrum, che nel suo etimo latino significa “ciò che appare e può generare sensazioni forti”, all’essere meister, ossia colui che dirige ed è padrone, il passo può essere molto breve. Basterebbe un atto di coraggio, che altro non è se non un puro gesto d’amore verso se stessi.
Esercitiamo il pensiero e saremo consapevoli, esercitiamo l’empatia e saremo meno soli, esercitiamo la gioia e saremo meno insoddisfatti, esercitiamo l’oggi e saremo vivi, esercitiamo la libertà e saremo liberi. Ma soprattutto viviamo in pieno e l’esercizio del ben-essere verrà da se.