Forse qualcuno penserà che sono semplicemente impazzito. Ma la verità è un’altra. La verità è che non esiste amore senza follia. E che soltanto chi ama follemente può sapere che cosa significa voler bene davvero a qualcuno. Io lo so.
È mattino presto, è tempo di andare, prima che la città si svegli e che con essa riprenda il solito tran tran di ogni giorno. E mentre l’auto procede, lasciandosi la città ancora addormentata alle spalle, andando avanti per strade sempre più impervie, su è giù per i boschi, l’uomo alla guida inizia, col suo narrare, un intimo viaggio a ritroso nel tempo, cavalcando l’onda dei ricordi. Arriva forse un po’ per tutti quel particolare momento in cui, da una parte, la vita induce a proiettarci in avanti, con i ritmi della nostra personale quotidianità, mentre noi al contrario sentiamo la necessità di fermarci per ripercorrere il nostro andare, per ritrovare e meglio apprezzare momenti, situazioni che hanno costellato fino a quel punto la nostra esistenza e l’hanno resa quello che è.
Lui, un affermato regista, è un uomo che ha vissuto con voluttà la vita, sapendone cogliere gioie e dolori. È della sua gioventù che parla al silenzioso compagno di viaggio che gli siede accanto. Dei giorni in cui tutto era ancora in divenire, tutto un’occasione che aspettava di essere colta e vissuta. Gli parla senza riserve dei suoi incontri, delle sue avventure, delle sue speranze, perché se è vero che la vita è nostra è anche vero che essa acquista una maggiore completezza di senso se si ha la fortuna di condividerla con chi amiamo e ci è accanto. Questo il motivo che spinge il protagonista, io narrante del romanzo, a raccontare di sé; un gesto d’amore verso colui che ama e che ha paura di perdere; una volontà di donarsi completamente, per sentirsi ancora in perfetta sintonia, prima che sia troppo tardi, con chi col suo amore ha dato equilibrio e pienezza alla sua vita.
“Il fatto di condividere i miei pensieri, le mie emozioni con le persone è una cosa che mi dà gioia ed energia per andare avanti; perché tu sai che ci sono delle persone che pensano come te, sentono come te e questa è la cosa più bella del mondo”. Così comincia la nostra chiacchierata con Ferzan Ozpetek, autore del romanzo, che abbiamo incontrato a Lecce lo scorso maggio.
Un romanzo intenso e commovente, che si può definire quasi autobiografico, il cui tema centrale è l’amore. “L’idea nasce un po’ dall’esigenza di raccontare la parte della mia vita italiana a partire dal ’75, di tutti quegli anni, delle persone che ho conosciuto, alcune delle quali poi sono diventate personaggi dei miei film. E un po’ anche da una paura che ho sempre di perdere la persona che amo molto nella mia vita – ci spiega – Le due cose si sono mischiate in qualche modo, però non è esattamente la mia vita. Un po’ come faccio sempre nei miei film, parto da una realtà e poi la trasformo. Non vorrei mai né vedere sullo schermo, né leggere in un libro esattamente la mia vita, anche se ci sono molte cose”.
Attraverso una prosa scorrevole ed elegante Ozpetek ci regala delle pagine intense, cariche di sentimento e bellezza. Il viaggio con cui inizia il romanzo è solo uno dei tanti che si svolgono, c’è il viaggio nei ricordi, nella vita, del come eravamo, nell’Italia e nella società che cambia. La descrizione di Roma, vista dalla prospettiva personale dell’autore, non è mai scontata bensì lontana da qualsiasi luogo comune. In esso, come dice, sono facilmente individuabili vari episodi e personaggi che poi sono diventati celebri nei suoi film.
“Scrivere un libro è completamente diverso dallo scrivere una sceneggiatura – ci illustra Ferzan – Anche se da un certo punto di vista può sembrare simile ma, quando scrivi una sceneggiatura ti devi confrontare con tante persone, scrivere un romanzo invece ti porta un po’ più alla solitudine, a raccogliere ed esprimere i tuoi pensieri e basta, lo trovo abbastanza bello”.
Gli chiediamo infine se anche da questo romanzo verrà realizzato un film così come sta facendo con il suo primo romanzo “Rosso Istanbul” che parla della sua vita in Turchia prima che si trasferisse in Italia.
“ Questo è un po’ più difficile perché ci sono veramente tanti miei film dentro – ci dice – Quindi non lo so, non credo sia possibile. Mentre per Rosso Istanbul, le cui riprese inizieranno a settembre a Istanbul, è più facile, anche se ho cambiato tantissimo”.