Non solum bonum, sed etiam pulchrum est omnibus amabile (Tommaso D’Aquinio mutuando Dionigi)
Com’è noto i recenti viaggi di Papa Francesco in Puglia e in Toscana se da un lato hanno ricordato la presenza e l’opera di alcuni servi di Dio (San Pio, don Tonino Bello, don Zeno Saltini, Chiara Lubich e la sua “discepola” Renata Borlone), dall’altro sono stati “itinerari” in luoghi significativi per l’opera cristiana. Il tour del Santo Padre ha avuto inizio il 17 marzo in Puglia a San Giovanni Rotondo (Foggia), passando prima da Pietrelcina, per ritornare il 20 aprile con tappa ad Alessano (Lecce) e Molfetta (Bari).
Poi in Toscana il 10 maggio con due tappe altrettanto importanti: Nomadelfia (Grosseto) e a Loppiano (Firenze).
Proprio da quest’ultima visita nasce la riflessione intorno alla cittadella di Loppiano ‘edificata’ sulle colline del Valdarno fiorentino nel comune di Figline e Incisa Valdarno, a pochi passi dal Castello di Incisa e dalla Casa del Petrarca, dove il piccolo Francesco trascorse alcuni anni della sua infanzia.
La cittadella, estesa su 260 ettari di terreno, può considerarsi un atelier di pace e di bellezza per le sue caratteristiche. Chiunque arrivi da ogni parte del mondo (molti sacerdoti, famiglie e giovani del nostro Salento) percepisce un’accoglienza che fa sentire a casa, congiuntamente all’invito di camminare insieme nel nome dell’amore condiviso. La stessa fondatrice Chiara Lubich, citando il comandamento di Gesù «Amatevi a vicenda come io ho amato voi», ha chiarito l’interesse verso il prossimo richiamando l’attenzione nei confronti della presenza di Gesù in mezzo a tutti coloro che sono uniti nel suo nome fino ad amarsi nella misura estrema.
Ecco che l’incontro tra fedi, culture, lingue, tradizioni, categorie sociali, uomini e donne di qualsiasi età, a Loppiano non solo è possibile ma diventa linfa per un’autentica convivenza fraterna.
Qui la pace e la serenità si percepiscono nei sorrisi delle persone che si incontrano e le iniziative come, per esempio, il Premio internazionale “Renata Borlone, donna in dialogo” dedicato a uomini e donne di scienza vanno tutte nella stessa direzione.
Trattasi di una proposta di vita che, iniziata nel lontano 1964, continua ancora ad irradiarsi da questo scrigno di singolari qualità umane e spirituali. D’altronde la stessa derivazione del sostantivo “cittadella”, con il richiamo ad una piccola città, rimanda a questi significati: l’allusione alle roccaforti (non come difesa), qui è intesa come luogo di valori e di crescita sotto tutti gli aspetti del genere umano. Le stesse espressioni multiculturali ed artistiche trovano all’interno il loro habitat naturale e continuano a crescere e diffondersi in diversi continenti, divenendo, al contempo, espressioni di formazione e di ricerca. Ecco che gli stessi complessi musicali Gen Verde e Gen Rosso fino all’ultima creatura, l’Istituto Universitario Sophia, diventano veri laboratori di ricerca, di studio e di creatività.
Per chi visita la Mariapoli di Loppiano un consiglio: oltre che predisporsi alla bellezza dello spirito non si tralasci anche la contemplazione della natura che, per irradiazione, diventa pulchrum, reminiscenza delle francescane Laudes creaturarum.