sono Antonio Fanghella e Le scrivo dopo aver letto con molta attenzione l’articolo sulle “Case dell’acqua” apparso pubblicato sulla Paisemiu.com. Un articolo che, nel diritto di cronaca, non assume le parti di nessuno ma pone alcuni significativi ed importanti interrogativi.
Per questo mi piace portare alla Sua conoscenza alcuni particolari su una parte della vicenda, tralasciando quelli relativi all’ing. William Vernich che è indagato, e dandole facoltà di farne l’uso che riterrà più opportuno.
In quell’articolo è certamente descritta e molto ben evidenziata, una grande verità che scaturisce inconfutabilmente dai carteggi che sono citati, ossia dalle delibere di Giunta Comunale di Lecce e che portano a chiudere l’articolo con il dubbio che, stando a quanto si evince dai documenti, a Lecce ci sia veramente un distinguo tra “chi è figlio e chi figliastro”.
In effetti da quel 18 luglio 2014, giorno del deposito della mia denuncia/querela presso la Procura della Repubblica di Lecce, non sono mai stato chiamato né dagli inquirenti e tantomeno dal giudice procedente, in merito ai fatti esposti. Neanche dopo il clamore suscitato dalle notizie riportate, nel giugno di quest’anno, prima dal quotidiano “Il Tempo” e, successivamente dal “Nuovo Quotidiano di Puglia” !!!
Ho solo ricevuto una serie di “insulti”, oltre ad una “paventata” querela per diffamazione – almeno stando a quanto riferito dal predetto “Nuovo Quotidiano di Puglia” – a firma dell’allora Presidente di Alba Services e capogruppo del PdL, Damiano D’Autilia.
“… Ad oggi l’uomo delle casette a Lecce è Antonio Fanghella. Anzi, dico di più. L’iter seguito per Fanghella è un’autorizzazione temporanea concessa direttamente dall’Ufficio Ambiente. In barba all’evidenza pubblica. Ha avuto un’autorizzazione per opera dello Spirito Santo, perché l’amministrazione ha ritenuto valevole il progetto e ora cosa pretende? Parliamo di un pluripregiudicato che dopo vent’anni esce e fa la morale sugli altri? … ». Così si esprime D’Autilia e si apprende dalle pagine de “Il Tempo” del 22 giugno 2105 !!!
E conclude, D’Autilia : “Non vedo l’ora di essere chiamato in Procura per raccontare la mia versione dei fatti”.
La sua dichiarazione al quotidiano romano è artatamente fuorviante e falsa, soprattutto nel tratto in cui asserisce che l’autorizzazione proviene direttamente dall’ufficio ambiente e in barba all’evidenza pubblica. E’ una delibera di Giunta Comunale e non certo frutto dell’inventiva miracolosa dello Spirito Santo. Lo stesso assessore all’ambiente, Andrea Guido, si legge sempre nell’articolo firmato dalla Pizzolante “… ho detto che il progetto è valido e loro hanno seguito l’iter in altri uffici, non nel mio”.
Un mistificatore, un furbo della politica, un affarista della politica, questo è Damiano D’Autilia!!!!
Ora, egregio Direttore, in questa storia delle case dell’acqua, qualunque sia la versione che D’Autilia vorrà fornire, sono certo che la magistratura (dopo l’avvenuto deposito, ad integrazione della denuncia, delle fonoregistrazioni di svariati colloqui avuti con gli amministratori del Comune di Lecce), sulla moralità di Damiano D’Autilia in primis, ma anche di qualche altro amministratore del Comune di Lecce, non potrà restare inerte.
E vuole sapere, in anteprima, chi racconta la gravissima e non immaginabile immoralità del D’Autilia?
NON ANTONIO FANGHELLA, MA UN ASSESSORE DEL COMUNE DI LECCE !
E non posso, qui ed ora, dirLe chi assume toni da intimidazione nei confronti del sottoscritto che “… con la magistratura non risolvi un cazzo…”, preannunciandomi di fatto un certo “immobilismo” nelle indagini !!! Non glielo posso dire, adesso, quel nome, ma è tutto nelle fonoregistrazioni al vaglio della magistratura.
Credo che, nonostante la “premonizione” o “consapevolezza” o “millantata premonizione e consapevolezza” di chi ha pronunciato quella frase, la magistratura stia facendo il proprio dovere e le sue indagini.
Ha ragione il suo cronista, egregio Direttore, quando si domanda “… c’è chi è figlio e chi figliastro?”: in una semplicissima domanda si può sintetizzare un ampio pensiero circa quell’allegra e interessata gestione della cosa pubblica.
Ed io che ho vissuto personalmente, per anni, a mie spese, la questione delle case dell’acqua, posso affermare che il progetto Case dell’Acqua da me intrapreso è naufragato per l’intervento della politica che ha mobilitato ogni suo “sapere” e “conoscenza” rispecchiandosi pienamente nel motto del “ politico rampante” che pensa una cosa, ne dice un’altra e ne fa un’altra ancora, che tradotto significa, per me, la politica è un bene proprio del politico di turno.“In via sperimentale per anni tre”: questo recita la delibera che mi interessa. Non si attese neanche il posizionamento, l’avvio, del primo distributore “in via sperimentale” e già si deliberò, ad altra ditta, quattro distributori per dieci anni !!!
Tradotto significa che la ditta “sperimentale” non ha più spazio nella città di Lecce perché un’altra ditta ha saturato le esigenze.Ma come, prima si parla di “SPERIMENTALE” per tre anni e senza attendere almeno un report sulla utilità o meno, si delibera la saturazione del servizio PREMIANDO UN’ALTRA DITTA? RIENTRA FORSE NELLA FATTISPECIE DEL FAVORITISMO?
Si è voluto accostare il mio nome a quello di Luca Mori alias Felice Maniero, creando un miscuglio di sentimenti distorti e fuorvianti sulla questione delle Case dell’acqua.
Per Sua conoscenza, Le posso affermare che l’iter da me seguito nulla aveva a che fare con il coinvolgimento in partenariato delle amministrazioni comunali, mentre quello del Maniero o Mori contemplava necessariamente il coinvolgimento delle enti pubblici (Comuni in primis) e con uno scopo ben preciso!!! E D’Autilia lo sapeva e aveva capito molto bene !!!
Non a caso in qualche comune della Provincia di Lecce, attraverso il team creato da D’Autilia, erano state già approvate delibere in favore della ditta di Maniero-Mori. E non è un caso che quelle delibere in favore di quella specifica ditta siano state poi “volturate” dalle stesse Giunte Comunali in favore della ditta Newtech S.r.l., la subentrante ditta sempre sponsorizzata dal D’Autilia, ed in almeno un caso c’è una “voltura” che ha del clamoroso.
Ma la politica può, anche se nessuno sconterà mai 20 anni di galera.
E’ vero, ho trascorso molti anni in carcere, non certo 20 come ha strumentalmente enfatizzato D’Autilia, che posso affermare è l’emblema vivente di quel motto del politico rampante appena sopra citato, ma è altrettanto vero che in questi ultimi 20 anni, questi si 20, con caparbia determinazione ho risalito la china del pregiudizio che quella condanna penale mi aveva creato, fino ad essere un uomo completamente nuovo e tentare ancora un significativo ulteriore passo verso il riscatto sociale con un progetto anche di pubblica utilità.
Ma questa è un’altra storia… e come dice lei Direttore, ai posteri.
Un cordiale saluto, Egregio Direttore.
Mi ritenga disponibile per ogni ulteriore delucidazione e chiarimento su tutta la vicenda, nel più assoluto rispetto del lavoro della magistratura procedente.
Antonio Fanghella
Questa lettera è stata pubblicata integralmente come contributo esterno. Quanto ivi contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Paisemiu.com
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Lettere al Direttore Case dell’acqua a Lecce: Antonio Fanghella ci scrive per raccontarci la “sua”...