Grandi festeggiamenti nei luoghi rossiniani

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Al termine dell’anno rossiniano è tempo di bilanci. Grazie ad un impegno significativo di molte istituzioni, i risultati confermano l’interesse verso il Cigno pesarese.

Pur segnalando solo alcuni eventi, ricordiamo che al ‘crescendo’ vertiginoso ha partecipato l’intero paese, attraverso manifestazioni di vario genere.

Il 13 novembre 1868, data della scomparsa del Maestro, a Passy (Parigi) è stata deposta una corona sulla sua prima sepoltura al Père-Lachaise, mentre Firenze – dove dal 1887 ospita la salma presso la Basilica di Santa Croce – ha offerto un concerto del coro del Maggio Musicale Fiorentino vicino al monumento funebre.

Nella città toscana si è celebrato anche il Rossini mistico con l’esecuzione dello Stabat Mater curata dall’ORT e l’allestimento del melodramma giocoso La Cenerentola al Teatro dell’Opera.

Pesaro, ove massima è stata la congerie di eventi, «Città Creativa Unesco della Musica» (2017), ospita la casa natale di Rossini (29 febbraio 1792), continua e continuerà a vivere echi dei festeggiamenti per tutto il 2019. Spesso – grazie alla collaborazione fra importanti istituzioni come il Conservatorio «Rossini», il Rossini Opera Festival, la Fondazione Rossini, il Comune e Amat – si sono realizzate importanti iniziative come la Settimana Rossiniana, la XXXIX Edizione del Rossini Opera Festival unitamente all’interessante mostra «Rossini 1500» svoltasi, oltre a Pesaro, anche a Fano e Urbino, e infine il Rossini Food Festival.

Il Miur – coinvolgendo le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado con il Progetto “Rossini va a Scuola” – ha promosso il Concorso “Bring Your Rossini”, occasione per condividere online il talento di tanti giovani in ogni espressione artistica.

A Bologna – considerata dal Maestro sua seconda patria – ci ha pensato il Conservatorio «G. B. Martini», insieme ad importanti istituzioni cittadine, ad organizzare varie iniziative come la realizzazione dello Stabat Mater con l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale nella Sala dello Stabat Mater della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, lo stesso luogo dove avvenne la prima italiana (18 marzo 1842).

Il massimo teatro italiano, la Scala, con cui il musicista ebbe un rapporto significativo, ha allestito la mostra «Gioachino Rossini al Teatro alla Scala» a cura di Pier Luigi Pizzi, oltre all’esecuzione della Petite messe solennelle non solo a Milano ma anche in altre città lombarde e nel 2019 allestirà La Cenerentola.

A Venezia, che ha visto la prima de La Cambiale di matrimonio di un Rossini diciottenne (3 novembre 1810) il Teatro la Fenice ha messo in scena Semiramide insieme all’esposizione della partitura autografa.

Altro luogo rossiniano, per la première di Demetrio e Polibio (18 maggio 1812) è Roma ove l’Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia hanno presentato due capolavori della musica sacra, lo Stabat Mater e la Petite Messe Solennelle.

Il Teatro San Carlo – ricordando il ‘periodo napoletano’ (1815-1822) – ha realizzato il Mosè in Egitto, con diretta Rai Radio 3 congiuntamente alla mostra Rossini, Furore Napoletano, a cura del collezionista di cimeli rossiniani Sergio Ragni.

In campo musicologico – in territorio toscano e marchigiano – il convegno internazionale «Che testa! Che talento: omaggio a Rossini» è stato realizzato grazie alla cooperazione tra l’Audioteca Poggiana di Montevarchi, l’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze di Arezzo, la Fondazione Rossini di Pesaro e la collaborazione dell’Aiff (Associazione Amici dell’Istituto Francese, Firenze) con l’intento di scoprire aspetti finora inediti intorno al compositore.

Si segnala inoltre «Napoli & Rossini: Di questa luce un raggio», convegno internazionale organizzato dall’Università «Federico II», dal Conservatorio «S. Pietro a Majella» e dal Conservatorio «Domenico Cimarosa» di Avellino in tre giornate di studi incentrate sulla presenza del Maestro e sull’allestimento di sue opere a Napoli.

Concludo con la certezza che intorno a Rossini si continuerà ancora a scrivere e a parlare, convinto che dalla sua “amena biografia musicale” possiamo continuare ad ascoltare il suo canto immortale.

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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