Siamo ormai prossimi al mistero della nascita di Gesù e, soprattutto in quest’anno così particolare, l’esigenza di un’autentica partecipazione mistica è sentita maggiormente.
A guidarci nell’attesa, dal silenzio estatico della Notte Santa a tutte le festività, la musica di Bach rappresenta sicuramente un faro luminoso che continua, nel tempo, ad aiutarci nella difficile navigazione della vita.
L’Oratorio di Natale (Weihnachts-Oratorium BWV 248), composto per la festività del Natale a Lipsia nel 1734, per la sua struttura rappresenta un singolare polittico sonoro costituito da ben 64 pezzi dalla durata complessiva di circa tre ore. Si tratta di un capolavoro di musica sacra insieme alle quattro messe brevi (BWV 233-236), la monumentale Messa in si minore (BWV 232), le Passioni (Passione secondo Giovanni BWV 245; Passione secondo Luca BWV 246; Passione secondo Marco BWV 247; Passione secondo Matteo BWV 244), l’Oratorio di Pasqua BWV 249 (1732-35) e infine l’Oratorio dell’Ascensione BWV 11 (scritto nel 1735).
Il lavoro per la Natività è costituito da un gruppo di cantate inframmezzate da una narrazione biblica (Luca 2, 1-21 nelle prime 4 parti e Matteo 2, 1-12 nelle ultime due sezioni) e dedicate alle solennità liturgiche che si celebrano tra il Natale e l’Epifania, ovvero: Natale, Santo Stefano, San Giovanni Evangelista, Capodanno, domenica dopo Capodanno e l’Epifania.
Se nei primi tre giorni del Natale si ricorda la nascita di Gesù, il Capodanno ne rievoca la circoncisione e nei successivi la persecuzione di Erode e il sopraggiungere dei Magi. Il testo è attribuito a Christian Friedrich Henrici (più conosciuto come Picander) con probabili inserimenti del compositore.
I ruoli sono così definiti: il coro rappresenta il popolo, i solisti i personaggi tra cui l’Evangelista, il quale ricorda l’historicus e canta (narra il Natale) attingendo ai testi evangelici, l’Angelo ed Erode.
Di seguito i titoli delle singole Cantate come da partitura:
Numero Cantata |
Titolo | Festa e relativi numeri |
1 | Jauchzet, frohlocket! | Feria 1 Nativitatis Christi (1-9) |
2 | Und es waren Hirten | Feria 2 Nativitatis Christi (10-23) |
3 | Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen | Feria 3 Nativitatis Christi (24-35) |
4 | Fallt mit Danken, fallt mit Loben | Festo Circumcisionis Christi (36- 42) |
5 | Ehre sei dir, Gott! Gesugen | Dominica post Festum Circumcisionis Christi (43-53) |
6 | Herr, wenn die stolzen Feinde schnauben | Festo Epiphanias (54-64) |
Pur trattandosi di una musica con un’inventio significativa Bach, in alcune parti, attinge al procedimento parodistico (sostituzione del testo su musiche sacre e profane già composte) e, come accade anche in altri suoi lavori, la versione profana è utilizzata per la sacra, assumendo, la prima, caratteristiche di studio preliminare (Harnoncourt). La varietà e complessità architettonica dell’intera composizione è esplicitata anche dalla presenza di una Sinfonia, Corali, Recitativi e Arie, compresi tre Duetti (Soprano e Basso), un Trio (Soprano-Alto-Tenore) ed un Quartetto (Soprano- Alto- Tenore- Basso nell’ultimo Recitativo). In sostanza la struttura per ogni Cantata è così articolata: si inizia con il Coro e si conclude con un Corale, tranne per la seconda che inizia con una Sinfonia.
All’interno di quest’ordine convivono una serie di elementi variabili e/o in avvicendamento, come le tonalità maggiori e minori, i vari interventi solistici, ecc. La ricchezza della tavolozza orchestrale presenta, oltre agli oboi, anche la versione d’amore e da caccia (più consoni al clima pastorale), mentre il fagotto partecipa al raddoppio della parte del continuo affidata all’organo.
Di questa grandiosa e monumentale opera si propone l’ascolto iniziale, caratterizzato dalla luminosa tonalità di Re maggiore ove il gioioso coro (Jauchzet, frohlocket, auf, preiset die Tage), insieme agli strumenti (trombe, timpani, flauti traversi, oboi, violini, viole e fagotto, organo e continuo), intona un testo che rimanda alla gioia dei cuori perché, citando Isaia (9, 6), oggi «Puer natus est nobis, et filius datus est nobis».