La luce mi ricorda il Salento, una terra che, per dirla con Michele Placido, riferendosi alle riprese cinematografiche, può essere definita antica e unica. Per comprendere ciò basterebbe riflettere intorno al lemma Lux per scoprire la ricchezza e la molteplicità dei rinvii anche in senso figurato. La famosa citazione Fiat lux (Genesi I, 3) rimanda all’intervento di Dio a seguito della creazione ed è talmente profonda che continua a suscitare grande ispirazione in ogni espressione artistica.
Un esempio di ‘creazione luminosa’ è la produzione del pittore romantico inglese William Turner, tanto ‘osservato’ da Monet e dagli impressionisti, mentre sul versante musicale risultano ‘illuminanti’ le parole di Arvo Pärt, compositore contemporaneo: «Potrei paragonare la mia musica alla luce bianca: essa contiene tutti i colori, solo il prisma può dividerli e farli apparire. Questo prisma potrebbe essere l’anima di chi ascolta».
Il ‘prisma’ a cui fa riferimento il musicista estone si è manifestato, per alcuni aspetti, domenica 24 febbraio alla Cittadella di Loppiano (Figline Incisa Valdarno), a pochi km. da Firenze, durante la giornata “Renata Borlone… e la città s’illumina” in occasione del 29° anniversario della sua scomparsa. La serva di Dio Renata Borlone (Civitavecchia 1930 – Loppiano 27 febbraio 1990), una focolarina laica, intellettualmente curiosa, appassionata per la logica matematica, amava la musica e da giovane si era avvicinata allo studio del pianoforte, come ricorda la postulatrice della causa di beatificazione Lida Ciccarelli. La componente religiosa, parte fondante della giornata, ha fatto si che il tutto è risultato un inno alla luce.
Dopo l’incontro del mattino in Auditorium, caratterizzato dall’ut unum sint evangelico vissuto da Renata, autentica interprete del carisma di unità di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari e sua compagna di viaggio, la Santa Messa presieduta dal vescovo di Fiesole, mons. Mario Meini, presso il Santuario di Maria Theotokos, recentemente visitato dal Santo Padre e dove la focolarina è sepolta.
Il momento è stato molto significativo anche per il battesimo di Angelina Renata, una bambina di sette anni proveniente da Imperia che un anno fa, davanti alla tomba, ha espresso il desiderio di essere battezzata.
In questa prima parte la musica ha accompagnato la liturgia, mentre nel pomeriggio, in Auditorium, per circa due ore c’è stato un tripudio in cui “La gioia del Vangelo” (Papa Francesco) è diventata caleidoscopio per poter “vedere il bello” attraverso una pluralità di linguaggi.
Gli artisti, in una sorta di alternatim, hanno realizzato un excursus che, dall’antifona Spiritus Sanctus vivicans vita della mistica compositrice Hildegard von Bingen, ha toccato stili ed espressioni diverse (compresa la danza), dal Rinascimento (Dowland) al Barocco (Vivaldi e Bach), spingendosi fino a repertori più vicini come lo spiritual e il rock. I partecipanti, provenienti da vari continenti, grazie alla loro diversità culturale e talenti., hanno apportato ulteriore ricchezza alla giornata:
Helanio Brito (Brasile, cantante del Gen Rosso);
Salvatore Dell’Atti (musicista: gemshorn, pianoforte, flauti rinascimentali e barocchi);
Ciro Ercolanese (cantante del Gen Rosso);
Pierluigi Grison (maestro di teatro danza);
Beibei Li (Cina, cantante);
Josefina Seo (Corea, pianista);
Annalisa Elettra Tognaccini (cantante gospel);
Rachel Vitorelli (Brasile, pianista);
Pranvera Zerellari (Albania, ballerina).
Si è trattato di un evento raffinato, curato dall’instancabile Valerio Ciprì, ormai riconosciuto come cardo maximus del Gen Rosso.
Il successo è stato vivissimo in quanto il pubblico, guidato dagli interventi dei presentatori (Simona Ceraulo e Pier Luigi Grison), ha apprezzato ogni esibizione che sicuramente sarebbe piaciuta anche a Renata.