Il 22 novembre si ricorda il martirio di Santa Cecilia, Vergine romana a lungo ingiustamente torturata dal potere, oggi icona di riferimento per tutti i musicisti, ai quali tristemente si sottrae quell’espressione di incantatori, o meglio ancora di prescelti, un tempo consacrati a lenire e a curare le anime in pena!
Si racconta che Cecilia cantasse lodi al Signore quando dapprima costretta in sposa a Valeriano, non si concesse la notte delle nozze: Signore il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinchè io non sia confusa”.
E ancora quando fu rinchiusa nella sua sala da bagno condannata a morire asfissiata, lei ne uscì sana e purificata. E quando fu ordinata la sua decapitazione, lo stesso littore ne ebbe terrore vedendo che la sua testa rimase per tre giorni attaccata al corpo!!! Il grande Raffaello la ritrasse in estasi nel dipinto più famoso a lei dedicato, ella ha in mano un organo portativo, ed ai piedi sparsi “gli strumenti musici” .
In Italia in particolare, ed in Europa i musicisti la ricordano con concerti, eventi e manifestazioni di ogni genere, sebbene sarebbe più utile forse cominciare a parlarne, facendosi carico di questo difficile momento storico, piuttosto che guardare, spaventati e attoniti, aspettando un inesorabile colpo del destino. Eppure noi siamo quelli che ogni giorno andiamo a difendere la cultura di tutti, nonostante dalla altra parte della strada assistiamo increduli alla soppressione delle ore di strumento musicale nei licei, alla chiusura dei Conservatori, ai docenti messi in mobilità pur di non sottrarre loro il posto di lavoro, alle orchestre storiche che lentamente si lasciano morire, ai fondi dello spettacolo che si perdono nei meandri di una burocrazia sempre più macchinosa, alle scuole di alta formazione che diluiscono sempre più i programmi di studio fino a renderli accessibili a tutti proprio tutti!!! Avremo forza ed energia per cantare come Santa Cecilia o finiremo a bocca chiusa come il mozartiano Papageno?
Restare in silenzio qualunque cosa accada?