Hanno avuto trentadue giorni i detrattori della Chiesa per scandagliare la vita dei 115 Cardinali del Conclave. Meno di quattro al giorno da perquisire moralmente attraverso assurde ricerche a senso unico, solo per dire e raccontare difetti dopo l’elezione.
Questa idea salta alla mente il giorno dopo, in cui Francesco, il Papa nuovo, ha salutato tutti come fossero vecchi amici o familiari.
Sui social, vera finestra e specchio per l’egocentrismo mondiale, inizia a circolare una voce che sembra il Vangelo di chi parte sempre dal male per cercare il bene.
Bergoglio, è additato come amico del dittatore Argentino Jorge Rafael Videla e accusato di aver tradito due suoi confratelli gesuiti. Questo è il punto di vista di un giornalista, Horacio Verbitsky, cui va tutta la nostra stima, che scrive, nel suo libro “L’isola del Silenzio”, questa sua verità.
È quindi normale che su Facebook inizino a circolare link come fossero verità indiscutibili?
È giusto che tutti si ergano a studiosi dei misteri del Vaticano senza documentarsi o, come diceva mia nonna, tanto per rimanere in tema, “senza ascoltare le due campane?”
Secondo me no, anche perché da nessuna parte ho letto che qualcuno consigliasse la lettura della biografia di Papa Francesco e cioè il libro “Il Gesuita” scritto da Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin.
Nessuno vuole fare veramente luce? Ci accontentiamo di gettare ombre? Eppure, dei credenti o sedicenti tali, nessuno dovrebbe scordare che qualcuno molti e molti anni fa disse: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Gli anni della dittatura di Videla, furono anni difficili, e di Bergoglio si racconta tanta bontà e solo un neo.
Non voglio essere l’avvocato del diavolo o di qualcun altro, però inviterei i lettori alla riflessione: “Se Bergoglio per salvare centinaia di vite, ha dovuto mediare in qualche modo o fare finta di non essere contro il regime, è condannabile?” Questa è una mia provocazione e cioè quella di uno che non sa scrivere, non sa leggere e forse nemmeno ragionare.
Mettiamo da parte calunnie e diffamazioni e guardiamolo negli occhi Papa Francesco. Gli occhi non mentono mai.
In tutta la sua semplicità ha salutato così i fedeli: “Grazie per l’accoglienza, pregate per me e ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buonanotte e buon riposo”.
Non appena eletto rinuncia alla croce d’oro e alle scarpe Prada, continua a indossare le sue, la croce di ferro e le scarpe nere che aveva nei giorni precedenti.
Subito dopo il Papa ritorna in autobus insieme agli altri Cardinali. E dal mattino seguente le prime sorprese, chiede un’auto meno lussuosa e diminuisce la scorta, accontentandosi di una Ford. Declina il lusso da subito. Dopo aver pregato la Madonna a Santa Maria Maggiore, torna alla Casa del Clero in via della Scrofa, dove era stato ospite nei giorni precedenti e paga il conto per dare il buon esempio.
La ricerca della normalità è naturale per Bergoglio che conquista in poche mosse anche i non timorati di Dio. Il giorno dopo incrocia a Santa Maria Maggiore il cardinale Bernard Law, accusato di aver coperto parecchi preti pedofili, e fermamente gli dice: “Non voglio che frequenti questa basilica”. Lo caccia, dando sentore di come la “vecchia Chiesa” stia chiudendo il portone al passato.
Raccontato ciò, perché non goderci questa nuovo vento? Forse con Papa Francesco la Chiesa capirà che deve andare incontro alla gente e non viceversa.
Abbiate fede se potete, e se non potete non siate in malafede.