Sono passati quasi 8 anni dalla morte di Federico Aldrovandi, il giovane che a Ferrara, nel 2005, morì in una notte di settembre per mano di 4 agenti di polizia. Un tempo assurdamente lungo per aspettare giustizia, per accertare la verità. Eppure in questo tempo così lungo non sono mancate segnalazioni, appoggi, dichiarazioni di solidarietà per l’una o l’altra parte, e anche nuove perizie, insabbiamenti, additamenti e insulti.
Perché è questo ciò che avviene a Ferrara. Una lenta e, di solito, silenziosa battaglia giudiziaria tra i genitori di Aldro e i poliziotti accusati dell’omicidio.
Ma in questa sorta di guerra fredda, appunto, ogni tanto parte un missile. La settimana scorsa Piazza Savonarola a Ferrara ha ospitato la manifestazione del Coisp, uno dei sindacati della polizia, che chiedeva, a suo dire, giustizia per i poliziotti ingiustamente condannati. Manifestazione che ha fatto gran scalpore, soprattutto per la vicinanza del luogo scelto col Comune di Ferrara, dove lavora la madre di Federico, Patrizia Moretti, la quale, sentendo le grida del corteo, è scesa con delle colleghe e la foto di suo figlio.
Non sono mancate polemiche e accuse, al presidio ma anche alla madre di Federico, calunniata addirittura di utilizzare un fotomontaggio del figlio ucciso. E non è mancata neanche la risposta dei ferraresi, che hanno organizzato a pochi giorni di distanza una manifestazione nella stessa piazza scelta dal sindacato, per ribadire che vogliono giustizia e verità su tutto questo “pasticciaccio brutto”, per dirla alla Gadda. In migliaia si sono radunati in piazza Savonarola, fino di fronte al castello, tanti erano lì per Aldro.
Ferrara è famosa per le sue Mura. L’avvolgono in un secolare abbraccio, da molto prima che chiunque di noi nascesse. Ma non tutte le mura a Ferrara sono di mattoni. Non su tutte vanno i bambini a giocare, e i giovani a correre, e gli anziani a cercare ristoro dall’afa estiva. Ci sono mura che non sono di pietra, a Ferrara. Mura alte e silenziose, invisibili ma palpabili. Mura di omertà, diffamazione, menzogne e depistaggi, come quelli che hanno portato al processo Aldrovandi Bis quattro agenti di polizia per intralcio alle indagini e, per l’appunto, depistaggio. Ci sono mura di rancore e rabbia, violenza e cattiveria, che portano ad accusare una madre che ha perso il figlio di usare un fotomontaggio per far leva sull’opinione pubblica.
Venerdì 29 marzo in migliaia in piazza hanno dato una picconata a queste barriere invisibili. Perché Ferrara non va orgogliosa di tutte le sue mura.