Novoli, spento il fuoco, calato il sipario, è rimasta la cenere.

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Focara 2016Spento il fuoco, è calato il sipario; è rimasta la cenere. La comunità novolese ha vissuto la sua “settimana di gloria” con immenso ardore, come sempre è stato e come sarà per sempre. Ha festeggiato con devozione Sant’Antonio Abate e si è fatta coccolare dall’immensa Fòcara. Nonostante la pioggia e il vento gelido, tutto è andato così come doveva: benissimo.

Una festa bellissima, un cartellone di eventi collaterali importantissimo, un dispendio di energie enorme da parte degli organizzatori, ai quali va il nostro plauso. Una festa nel segno della continuità più totale, ma anche dell’innovazione; quest’anno, infatti, si è sdoganato anche il “nudo maschile” nel bellissimo spettacolo che Antonella Ruggiero e Coniglio Viola hanno tenuto presso il Teatro Comunale.

Un riconoscimento particolare va a Loris Romano, direttore artistico del Fòcara Festival, cuore pulsante dell’organizzazione degli eventi musicali (e non solo) collaterali alla festa del Santo Patrono, che ha saputo ancora una volta, facendo “fuoco con la legna a disposizione” (ci sembra la metafora più giusta in questo contesto), portare a Novoli artisti di calibro internazionale, dalla Ruggiero, ai Marlene Kuntz ai Subsonica … tanto per citare tre nomi.
Eppure proprio Loris Romano, candidato in una delle liste opposte all’Amministrazione attualmente in carica, in campagna elettorale, era stato oggetto di critiche pesantissime per l’organizzazione del Fòcara Festival !!! Fa piacere notare, oggi, che comunque, a “urne chiuse” tutto si sia aggiustato, anche perché senza di lui sarebbe stato difficile coniugare la quantità alla qualità.

Tutto e tutti da lodare, insomma, se una certa, “strana” retorica non avesse condito parecchie interviste rilasciate dagli amministratori, che hanno voluto ribadire, forse per convincersene da soli, che “da quest’anno c’è un ritorno alla religiosità e alla tradizione”.
Ritorno alla religiosità? Cosa significa? Tutto e nulla, anche perché per i novolesi la festa è in onore del Santo, punto. Il resto è un contorno bello e giusto, che serve per le foto, per compiacere gli ospiti, per diventare “famosi” in un mondo che poi se ne dimentica subito dopo.

Cosa è accaduto di nuovo quest’anno? Nulla. Ritornare alla tradizione significherebbe abbandonare la strada intrapresa dall’ex Sindaco Oscar Marzo Vetrugno, non ripercorrerla passo dopo passo. Ritornare alla tradizione significherebbe abbandonare tutti i fasti moderni ed organizzare una festa con un piccolo falò vicino alla chiesa, soltanto per i novolesi, facendo esibire qualche gruppo di ragazzi locali. Significherebbe privilegiare l’identità locale specifica, non cercare di creare la sinergia giusta per crescere insieme alla Fondazione della Notte della Taranta.

La verità è una soltanto: Oscar Marzo Vetrugno ha tracciato un solco dal quale non si può più tornare indietro; ha sprovincializzato la festa, esponendola agli occhi del mondo. E Loris Romano era parte integrante e cuore di quell’organizzazione, così come lo è oggi.
Quest’anno non è cambiato nulla rispetto agli anni scorsi, anzi, la festa è stata ancora più “moderna”. Tutto crescerà col tempo, com’è giusto che sia, e la Fòcara avrà sempre più appeal, perché è intorno a “lei” che sarà concentrata l’attenzione per lavorare ad un progetto di destagionalizzazione del turismo pugliese e salentino, grazie a “lei” arriveranno i contributi importanti, e arriverà il giorno in cui anche Piazza Tito Schipa sarà piccola per ospitarla.

Questo è il futuro. La Chiesa è lì e rimarrà lì, pronta ad accogliere i fedeli che quantitativamente non saranno mai pari a coloro che arriveranno per la Fòcara e per il Fòcara Festival. La nota negativa è che duri soltanto pochi giorni, poi finisce lì, in cenere, e tutto torna alla normalità di un paese troppo impegnato a pensare soltanto alla prossima festa.

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