I social sono oramai diventati le clessidre del tempo che non solo scandiscono i tempi moderni ma creano dei circoli viziosi da cui poi è difficile uscire. E si creano questioni, situazioni e problemi che non sono per niente reali, ma sono frutto di errori e figli di quella voglia di voler per forza dire il proprio parere, anche quando non richiesto e anche quando non si è coscienti e capaci di scindere il vero dal falso.
E, sulla scia del “Nulla è quello che sembra”, al regista Steven Spielberg è accaduto qualcosa di paradossale e incredibile.
Un noto umorista americano per scherzare ha pubblicato una foto, su Facebook, che ritraeva l’artista che sorrideva ai piedi di un triceratopo morto. Ad accompagnare la foto postata c’era una frase che in modo ironico cercava i suoi LIKE e null’altro: “Foto vergognosa di un cacciatore che posa felicemente, accanto al triceratopo che ha appena ucciso. Per favore, condividete la foto, così che il mondo possa dare un nome e far vergognare questo uomo spregevole”.
Peccato che non tutti però ricordino che il Triceratopo è vissuto circa settanta milioni di anni fa e la sua morte non l’ha causata di certo Spielberg. Infatti, in quella foto, quello che è scambiato per un rinoceronte è solo uno dei “giocattoli” televisivi del grande regista.
Le reazioni del popolo della rete sordo e un po’ ignorante sono state implacabili; bracconiere, assassino, killer, disgustoso, sono alcuni degli insulti rivolti a Spielberg che si è ritrovato inconsapevolmente al centro di una campagna denigratoria nata sul nulla unito al niente. E quando una persona ha tentato di spiegare che si trattava di Triceratopo estinto milioni di anni fa, c’è stato il genio di turno che ha commentato così: “Non importa che si siano estinti. Persone malate come quest’uomo hanno ucciso ogni singolo esemplare senza essere scoperte. Dovrebbe andare in prigione”.
Inutile dire che il post in questione con la foto, in pochissimo tempo, è diventato virale con trentamila condivisioni e quasi seimila commenti.
E tra i sorrisi di chi non si fossilizzava all’apparenza, scherzando del malinteso, e la rabbia degli animalisti convinti che non riuscivano a capire che si trattava di un “giocattolo” del film Jurassic Park, la rete ha dimostrato ancora una volta di saper creare dei mostri che molti chiamano “pareri”.