La statua con incedere lento e caracollante esce dal Santuario. Non c’è la calca dei giorni di festa, non ci sono telecamere, giornalisti, fotoreporter e “visibilità” varie da inseguire. Non ce ne sono a tutti i livelli: massmediatiche, politiche e paesane.
Un piccolo spettacolo pirotecnico per pochi intimi. “Finalmente”, dice qualcuno riferendosi “forse” alle condizioni climatiche favorevoli. Il grande “Santo del Fuoco” gira le spalle, mostra il suo mantello “sgarrupato”, si poggia al bastone e come ogni anno, fa udire il tintinnio del suo campanello.
Torna nella sua nicchia a “godersi” silenzio e preghiere. Anche se sulla “via del ritorno” ai più è sembrato udir un sibillino “menamè”. Personalmente non ci giurerei, ma …
Per chi suonerà il suo campanello? Difficile, difficilissimo dirlo. Un’idea “variegata”, ma molto variegata, me la sarei pur fatta. Sia chiaro, però, non sono certo, che questa coincida con la sua. Di una cosa però ho contezza: il giorno della sua Festa, da più di qualche anno, tende a contrariarlo un po’. “Lui” non lo dice e mai lo dirà. Silente, saggio come lo vuole lo storia, osserva, medita e come il tempo, agisce. Lentamente e per sempre.
Non gli piacerà che per il suo simulacro non si trovi, né si spenda, il becco di un centesimo … Eppure il “restyling”, (si dice così vero?), è sulla bocca di tutti da anni. Non gli piacerà questa strana storia dell’invito all’accensione della Fòcara. Perché? Perché alla sua festa sarebbero invitati tutti, da tempo immemore.
Storcerà il naso per recinti e contro-recinti, transenne e spazi invalicabili vari. Per quel lungo, lunghissimo “guazzabuglio” di tendoni che dovrebbero ospitare solo “novolesi”, o al massimo “Nord Salentini” che preparano, prima, e fanno degustare, poi, le prelibatezze locali.
Ci sarà rimasto male per qualche risparmio su “li fuechi”, seppur comprenderà che i tempi cambiano e, con loro, le esigenze economiche e di sicurezza. Ma va detto, senza timor di smentita: Sant’Antoni quest’anno si aspettava qualche cambiamento in più. Non fosse altro perché qualcuno lo aveva ribadito a chiare lettere, pardon, più che ribadito, “urlato!”. Se ci sarà tempo per farlo si vedrà. Intanto lui il resoconto anche quest’anno lo ha fatto.
A proposito diciamoci la verità. Forse che forse, il campanello suonerà, e lo farà senza tregua, proprio per quei tanto discussi “conti”?!. Quelli infatti, prima o poi dovranno venir fuori e soprattutto quadrare. Perché la matematica non è un’opinione, e questo lo sa pure Sant’Antonio. Lui ha seguito alla lettera la parola di Dio: “Vai vendi tutto quello che hai… e dallo ai poveri”. Ora si augurerà di cuore che qualcuno non debba farlo per causa della sua ricorrenza.
Il futuro della festa? Semplice. Semplicissimo! Qualcuno per fare il moderno la chiama “spending rewiev”. Altri più terra terra, concordano col dire che una manifestazione per poter crescere, debba necessariamente essere sostenibile. Non si perda tempo e lo si faccia. Come minimo ne guadagnerà in “indulgenze”, che di questi tempi non è poca cosa.