Io ci provo a lasciar correre, a far finta di non vedere e non sentire, ma quando leggo ciò che certa gente ha il coraggio di scrivere pubblicamente, il sangue mi ribolle.
Ecco. Subito dopo Charlie, il presunto poliziotto-attore, la Tour Eiffel di Novolì, ora è il turno di Greta e Vanessa. Non si capisce bene se siano due vittime o due carnefici. Chissà. Se avessero fatto la fine di Fabrizio Quattrocchi (“Vi faccio vedere come muore un italiano!”) allora sì, tutti pronti a cambiare un’altra volta la propria immagine del profilo e a sentirci addolorati, rattristati, impotenti. Indignati. Questa, poi, è una parola che ultimamente va molto di moda.
Ci saremmo indignati nei confronti di uno Stato debole, assente, incapace di gestire situazioni al limite, incapace di proteggere i suoi figli e di salvarli.
Così come ci indignammo per la strage di Nassiriya (ma qualcuno se la ricorda ancora?), per “La battaglia dei due ponti” (chi sa cos’è?).
Ci saremmo indignati davanti alle immagini strazianti che, ancora una volta, avrebbe trasmesso il Tg1 in diretta da Ciampino delle bare avvolte nel Tricolore che scendono da quell’ormai tristemente noto C-130 dell’Aeronautica Militare.
Avremmo letto tanta indignazione sulle bacheche di tutti e tutti a domandarci se realmente non fosse stata tentata ogni cosa, battuta ogni strada per salvare la vita di due giovani donne ventenni.
È stato pagato un riscatto? Bene. E allora? Loro sono vive e sono tornate alle loro famiglie.
Io credo che la fantasia di molti non abbia limiti.
Addirittura Greta e Vanessa sarebbero complici dell’Isis. E perché no, magari pure delle nuove BR o a capo del movimento degli Illuminati targato 2015.
Ma chi le accusa di essere state sprovvedute ed incoscienti per aver creduto in un sogno, vent’anni ce li ha mai avuti? A vent’anni puoi tutto. A vent’anni, sogni. Studi medicina e sogni che sarai il più grande luminare mai esistito, fai parte di una piccola compagnia teatrale e sogni che sarai intramontabile come i De Filippo. Sei un elettricista e sogni che sarai il presidente della Rai.
Qualcuno dichiara anche che Greta e Vanessa dovrebbero chiedere scusa agli italiani per i soldi che lo Stato, da buon padre di famiglia, avrebbe sborsato per far sì che non tornassero da morte.
Quindi la politica dovrebbe fare questo? Infischiarsene e abbandonare due connazionali solo perché consapevoli di essere andate in un territorio a rischio? Quindi potevano anche morire perché i soldi pubblici devono servire soltanto a finanziare i partiti o comunque qualche attività collaterale di chi si è invischiato nella politica per fare i propri interessi? Ma stiamo scherzando davvero?
Io mi indigno fortemente di fronte a questo. Io mi indigno di fronte a chi i sogni li ha rubati agli onesti lavoratori per arricchirsi. Mi indigno di fronte a quelli che si definiscono imprenditori e che poi tengono in nero i propri dipendenti, che non li retribuiscono, che li mortificano, che calpestano la loro dignità.
Io sono indignata per la vergognosa vicenda dei Marò, uomini dello Stato che da oltre due anni aspettano di conoscere il proprio destino dall’altra parte del mondo e sono soli.
Sono ancora indignata per la strage di Ustica perché, dopo oltre trent’anni, non c’è una verità. Sono indignata perché ci vogliono far credere che a far saltare in aria Falcone e Borsellino siano stati esclusivamente Totò u curtu e i suoi compari. Sono indignata perché questa classe politica trova sempre qualcuno o qualcosa su cui scaricare colpe e responsabilità pur di mettere nell’ombra i veri problemi e l’evidente incapacità di governare un Paese ormai allo sfascio.
Sono indignata. Ma non per voi, Greta e Vanessa. Se i nostri soldi sono serviti a salvarvi la pelle, sono contenta. Per voi ho solo un sentito “bentornate a casa”.