Nella nostra adorata Italia esistono leggende che vanno oltre le vere storie che si nascondono dietro ad esse. Storie che fanno sognare tutti noi, catapultandoci spesso in racconti di draghi volanti, fate incantate e principesse tradite. Ma quella che stiamo per raccontarvi è una storia molto particolare, nata, sembrerebbe, dalla burla di un uomo che ha voluto raffigurare un semplice ortaggio che grazie all’immaginazione ed al romanticismo di noi italiani si è trasformato nel “cuore rovesciato di Nerone”.
Ne avete mai sentito parlare? Siamo a Roma, Piazza San Pietro, dove su uno dei sampietrini è raffigurato questo cuore rovesciato chiamato di Nerone, o di Michelangelo o addirittura di Bernini, ognuno segue appunto la leggenda nella quale più si ritrova. Infatti, molti sono i racconti che ruotano attorno a questo sampietrino.
Vediamone alcune.
Fu Michelangelo a scolpire questo cuore in ricordo di un amore sfortunato.
Fu il Bernini, che mentre dava vita al colonnato che corre ancora oggi attorno alla piazza, scolpì questo simbolo come per esorcizzare la sua sfortuna per non aver mai trovato il vero amore.
Fu una donna a scolpire il cuore, in ricordo del marito condannato a morte.
Fu un soldato ad inciderlo, durante il discorso di Garibaldi il 2 luglio 1849, prima di ripartire subito dopo la fine della “Repubblica Romana”.
Ma qual è la verità in questo marasma di leggende? A quanto pare, il famoso “cuore”, si trova a pochi passi dalla pavimentazione in cui è stata inserita anche la “rosa dei venti”, opera di un abate astronomo di nome Filippo Luigi Gilij che, nel 1817, rimaneggiò il pavimento inserendo quest’ultima. L’abate era inoltre un grande botanico, tanto da tenere, all’interno del Vaticano un orto con piante del Sud America. Nel 1789, scrisse un libro sulle varietà di piante esotiche (osservazioni fitologiche sopra alcune piante esotiche introdotte in Roma) dove in un paragrafo vi è la descrizione dell’allora sconosciuto pomodoro, che proprio in quegli anni, iniziava a radicarsi in Europa. Il disegno ad opera di Filippo Luigi Gilij è molto simile al “cuore rovesciato di Nerone”, che a quanto pare risulta essere appunto un pomodoro.
Ora vi chiederete, cosa centra tutta questa storia con la nostra splendida Lecce? Ebbene, proprio in via Vittorio Emanuele II abbiamo scoperto la presenza di un altro cuore, ma questa volta non rovesciato. Sarà frutto di una pareidolia? Di un semplice caso? Oppure sarà stato messo lì come segno d’amore di due anima divise a causa di un passato oscuro? Bè la risposta non possiamo sicuramente darla noi, sta a voi cercarlo e dirci cosa ne pensate… Buona ricerca.