Tra le tombe a camera di Egnazia, di grande interesse è la Tomba delle Melagrane, scoperta nel 1971 durante i lavori di costruzione delle fondamenta del Museo Archeologico “Giuseppe Andreassi”.
Già saccheggiata in antico, come mostrano i fori riscontrati sulla porta di accesso e nel soffitto, non ha restituito alcun oggetto del corredo funerario originario. E’ totalmente scavata nel banco calcarenitico naturale. Alla camera sepolcrale si accede tramite un vestibolo preceduto da una scala a gradini intagliati nella roccia.
Straordinaria è la porta, costituita da due battenti monolitici (di cui uno munito di maniglia incassata) ancora oggi perfettamente girevoli su cardini ricavati nei blocchi stessi. Le pareti ed il soffitto della camera sono interamente affrescati.
Il nome dell’ipogeo deriva dalla presenza di melagrane, simboli della rinascita dopo la morte e della vita ultraterrena, dipinte in rosso nella parte alta delle pareti. Più in basso sono presenti motivi vegetali con rami d’edera intervallati da palmette. La restante decorazione è prevalentemente di tipo “strutturale”, riproduce cioè, per mezzo del colore, i rivestimenti in marmo e le architetture tipiche delle abitazioni del periodo, come l’originale soffitto in cui le fasce rosse simulano un tetto a doppio spiovente con travi lignee.
Gli inumati erano deposti su una banchina ricavata nella roccia o su letti funebri; in alcuni casi una nicchia serviva come ossario per i resti delle sepolture precedenti.