Salento & Dintorni – Provincia ‘miracolosa’

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Vi sono alcuni paesini, vicinissimi a Lecce, che riservano sorprese molto particolari…

Strudà, frazione della più grande Vernole, a pochissimi minuti dal centro cittadino di Lecce, è un insediamento urbano risalente addirittura all’età del bronzo. Il nome del paesetto di circa 1700 abitanti riecheggia il latino struthea, che era una specie di mela cotogna selvatica spontanea.

Il feudo di Strudà (Casale Strute) fu accluso alla Contea di Lecce da Tancredi d’Altavilla e seguì il destino del Principato di Taranto, ‘governato’ dagli Orsini del Balzo, passando nel 1607 alla famiglia Saluzzo, e successivamente ai Salamy e poi ancora agli Esperti, che ne ristrutturarono il Palazzo Ducale.

Dopo l’unità d’Italia, nel 1866, terminato il dominio borbonico, Strudà fu aggregata al Comune di Vernole insieme ad Acaja, Acquarica di Lecce, Pisignano e Vanze.

Nella minuscola piazza principale di Strudà vi è un cuore ‘miracoloso’ e arcaico : la fonte monumentale in onore di Maria SS.ma della Neve, patrona della comunità strudese, pozzo protetto da una struttura a baldacchino.

Risale probabilmente alla seconda metà del ‘500 il pregevole manufatto, che da sempre – oltre che ad assicurare al paesino l’approvvigionamento idrico – è luogo di aggregazione, poiché gli abitanti di Strudà solevano e tuttora sono soliti riunirsi attorno al pozzo ‘miracoloso’, che in passato rappresentava anche il punto di riferimento del foro parlamentare delle Universitas, che nella piazza si teneva periodicamente.

Il monumento ha, dunque, valenza culturale e civica, ma è anche espressione religiosa e simulacro di quella fede più sincera e solida, che l’entroterra salentino ha come carattere distintivo atavico.

Per questo, nel tempo le Amministrazioni Comunali e le Autorità Ecclesiastiche hanno inteso ricostruire fedelmente e salvaguardare un monumento vivo e pulsante, come l’acqua che ancora oggi sgorga da quella fonte, benedetta dalla Vergine, la cui statua – per anni custodita nella Chiesa Matrice – sovrasta placida e vigile la piazza e il paese, dal suo baldacchino.