Salento & Dintorni – San Paolo Apostolo tra sacro e profano ad Acaya, città fortificata

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Ad Acaya, “città ideale” al pari di Pienza, Palmanova, Monteriggioni, Sabbioneta, San Martino al Cimino, Terra del Sole, San Leucio, Crespi d’Adda, dalla struttura urbana regolare e gioiello architettonico del ‘500, luogo del tarantismo, proprio nel mezzo di un crocevia quasi di campagna, c’è una chiesetta misteriosa, che attrae e incuriosisce. È la Cappella di San Paolo del XVIII secolo, eretta appena fuori le antiche mura del paesino e fuori dalla “Porta Terra”, un tempo meta di pellegrinaggi per i tarantolati, ossia per coloro che erano stati morsi dalla tarantola e che, a seguito del veleno, accusavano inquietanti e misteriosi disturbi, come catalessi, convulsioni e fibrillazioni.

Nel libro “Cronaca della taranta” di Antonio Fastello c’è, appunto, un brano di pizzica dal titolo “Pizzica di Acaya”, che veniva suonato durante i riti esorcistici nella Cappella di San Paolo. I tarantolati (sia uomini che donne ad Acaya, diversamente da Galatina, dove erano solo ‘curate’ le donne) venivano “trattati” con rituali di esorcismo, ritenendo che essi fossero posseduti da qualche malefica Entità, che veniva in qualche modo ‘cacciata via’ dai loro corpi con la forte sudorazione conseguente a musiche e balli frenetici e incalzanti, ancora oggi attualissimi e perpetuati addirittura in una manifestazione agostana assai frequentata e interessante.

La cura esorcistica, cominciata con un rituale del ballo, laddove i tarantolati venivano appesi al soffitto con una fune (in modo da penzolare e muoversi liberamente in sicurezza), si concludeva, poi, facendo abbeverare la persona tarantata alla fonte di acqua santa del pozzo, sito appena fuori dalla Cappella.

A fine giugno ad Acaya si perpetua la tradizione della ‘cura’ dei tarantolati e, invece, il 31 luglio a notte nel mondo esoterico si celebra il ‘festival’ pagano di Lugnasad, rituale del raccolto glorificato dall’Apostolo Paolo, il quale, secondo tradizione, nominò Sant’Oronzo primo vescovo di Lecce, e che è protettore delle donne tarantate.

Lugnasad o Lughnasadh o Lammas è la prima festa del raccolto, raccolto anche e soprattutto simbolico, anche e soprattutto potente strumento esoterico, ricco di azioni pratiche, che gli esoteristi richiedono, invocando l’Apostolo Paolo e chiedendogli di propiziare il successo non solo sul piano economico, ma anche su quello personale, assaggiando il frutto d’oro, che simboleggia anche la maturazione di nuovi e più opportuni schemi comportamentali… E qui non aggiungo altro, perché, sennò, che esoterista sarei?