Nel centro più antico di Brindisi, egregiamente recuperato e restaurato, esiste un nucleo di un’operosità, che – per destino, evidentemente – si perpetua nei secoli.
Non molto distante dal sito archeologico di San Pietro degli Schiavoni vi è un intrigo di vicoletti e piccoli locali (oggi a destinazione commerciale), che sono un cuore pulsante di vita operosa e di ‘movida’, ove si organizzano molteplici eventi culturali e anche più tipicamente ludici.
Un tempo (tardo XVII secolo) in questi stessi suggestivi luoghi brindisini animati e festosi sorgeva il complesso delle Scuole Pie, a sua volta edificato sulla preesistente struttura del Monastero di San Michele dei Celestini della Grancia di Mesagne, comprendente la chiesa dedicata al Santo Arcangelo, un dormitorio e due stanze con cortile e pozzo.
Questo Monastero fu acquistato dall’arcivescovo Francesco de Estrada (1659 – 1671), per 500 ducati, per ospitarvi l’Ordine religioso delle Scuole Pie e dotarlo di strutture adeguate all’insegnamento, fu restaurato e successivamente ingrandito con l’acquisto di stabili attigui e l’aggiunta di quattro cappelle laterali alla Chiesa di San Michele Arcangelo, con la caratteristica cupola a mattonelle policrome.
L’Arcivescovo de Estrada (il 27 gennaio 1664) volle che giungessero solennemente a Brindisi i Padri Scolopi (istituzione voluta da San Giuseppe Calasanzio) e, poi, anche le Suore Maestre Pie Venerine o Venerini, con l’intento di ‘moralizzare’ una Città che all’epoca viveva una situazione economica drammatica ed era oppressa da malattie, carestie e malavita.
Le Scuole Pie – prime scuole popolari d’Europa gratuite per tutti – vantavano un complesso scolastico abbastanza ampio, cui si aggiunsero quattro cappelle laterali nella chiesa e altri locali attigui a quelli già di pertinenza del collegio, grazie anche alle donazioni di Giovanni Nunes della Torre e di Girolamo Lettera.
Rosa Venerini, fondatrice della Scuola delle Maestre Pie, prima scuola pubblica femminile in Italia fondata con l’approvazione del vescovo di Viterbo, Cardinale Urbano Sacchetti, nacque a Viterbo, il 9 febbraio 1656 e giovanissima sposò Clemente Spisa Leonardi, rimanendo prematuramente vedova (e senza figli) dopo soli due anni e restando tale per 16 anni, finché, a 33 anni, il 30 ottobre 1650, non contrasse matrimonio con il dottor Goffredo Venerini.
Molto vicina ai Gesuiti e ai Domenicani, Rosa Venerini volle che anche al di fuori della Diocesi di Viterbo la sua esperienza fosse fruibile alle giovani meno avvantaggiate; e, così, anche Brindisi fu sede della scuola pubblica gratuita, sicuramente all’avanguardia per i tempi.
Agli inizi del XVIII secolo fu edificato il piano superiore del grande complesso ove sorgeva la Scuola Maestre Pie Venerine, che oggi ospita i locali della Fondazione del Nuovo Teatro Verdi e la Pinacoteca Collezione Armando Scivales.
Con il Regio Decreto del 13 febbraio 1807, venne soppresso l’Ordine dei Padri Scolopi e i beni delle Scuole Pie divennero Demanio dello Stato; mentre, il convento fu abbandonato e dopo la metà dell’800 fu utilizzato come carcere mandamentale sino all’agosto del 1937.
Ma l’eredità morale e fattiva degli Scolopi e delle Pie Venerine non è andata perduta, perché in quei locali antichissimi, in quelle piccole stanze affastellate e per quei vicoletti nascosti ferve oggi una vita brindisina sana e operosa di tanti artigiani, che lì lavorano quotidianamente e onestamente, esponendo al pubblico i loro deliziosi e pregevoli manufatti.
Rosa Venerini certamente da Lassù sorride e benedice…