In una delle vie più interne del centro storico di Brindisi, nei pressi del Bastione San Giorgio e alle spalle di Palazzo Gioia, a sorpresa, si trova un luogo che simboleggia sicuramente momenti dolorosi, ma che è assolutamente ridente e luminoso: il Calvario dell’Arcidiocesi di Brindisi, in via Santa Margherita ad angolo con via Carmine.
Era in tempi remoti vicino ad altre importanti strutture religiose, fulcro della religiosità di Brindisi: il Monastero degli Agostiniani, fondato nel 1193 e collegato al Convento di Santa Maria delle Grazie; la Chiesa di San Rocco, dei Carmelitani, costruita nel 1526 vicino a Porta Mesagne, e la Chiesa della Madonna del Carmine con il convento, che fu anche sede di un ospedale e che, dopo essere divenuto di proprietà del Comune, ormai è adibito a civili abitazioni.
E‘ certamente un luogo suggestivo, cui i brindisini (che per tradizione lo visitano in processione la sera dei Sepolcri e durante tutta la Settimana Santa) sono legati e da cui tutti siamo incantati ed impressionati, guardando la figura del Cristo morto, della Madonna piangente e le altre raffigurazioni della passione di Cristo. Una lapide ancora visibile su uno dei pilastri ricorda che il Calvario fu edificato nel 1830 (AD MD.CCC.XXX) da Monsignor Pietro Consiglio, Arcivescovo di Brindisi e di Ostuni; così come sono ben visibili alcune figure incise sulla pietra: un cervo e pesci in mare, riemersi dopo una recente rimozione dell’antico intonaco.
All’ingresso del complesso si nota ancora un arco a sesto acuto, che sovrasta un ampio spazio esterno, chiuso attualmente da un cancello, uguale e a quelli che si trovano nei due Conventi, che un tempo erano punti di riferimento per molti pellegrini e non solo, a riprova che tutte le strutture religiose vicine erano parte di un unico, grande, progetto.
Oggi il Calvario è di proprietà privata, ma aleggia nel luogo ancora l’aura di una antica domus templare.