L’odore di zolfo viene associato solitamente al demonio, ma in realtà lo zolfo è salutare per l’epidermide e non solo, malgrado il tipico aroma di uova marce e flatulenze. Anche nel Salento (come in Sicilia) vi sono alcune zolfare o solfare, ossia ‘miniere’ di zolfo, che nella nostra terra, sono semplici scavi superficiali o sorgenti sotterranee, che sboccano in grotte più o meno ampie, al pari della Grotta Sulfurea di Santa Cesarea Terme, lunga circa 60 metri.
Le grotte ‘benefiche’ sono quattro (Gattulla, Solfatara, Fetida e Sulfurea), con acque sulfureo-salso-bromoiodiche, che sgorgano alla temperatura di 30°, curative per le malattie artroreumatiche, della pelle e delle vie respiratorie.
La Grotta Sulfurea, oltre ad essere un luogo curativo (dove le acque vengono sottoposte a dei processi necessari per il loro utilizzo terapeutico), è anche ricca di antiche leggende, la più nota delle quali vuole che una vergine di nome Cesàrea per sottrarsi al padre che voleva usarle violenza, si gettò nelle grotte di Santa Cesarea Terme; il padre, nel tentativo di inseguirla, cadendo, rimase ucciso e imputridì nel terreno, da cui sgorgò la fonte delle acque sulfuree.
Anche Roca, una delle più antiche marine di Melendugno, dalle acque dense di indelebili ricordi e di storia, che nei secoli ha vissuto drammatici momenti di distruzione ad opera dei predoni turchi e momenti di splendida rinascita, premiata con la bandiera Blu d’Europa, è ricca di conche (la ”Pascariello” “La Poesia”, la “Zolfara”, “Portu Lignu”,”Bagno Cavallo” e ”Nfocaciucci”. Le conche “Pascariello” sono vere e proprie piscine naturali, che sboccano nella “Solfara”, seconda nel Salento per le sue acque sulfuree curative. Nei pressi di uno dei lidi più famosi della zona vi è un varco nelle rocce molto ben squadrato, che immette in mare, nel mare sulfureo, e che è un vero e proprio pezzo di storia dell’uomo: un taglio perfetto nella roccia, realizzato nel secolo XVI, per fare accedere i cavalli al mare e curarli con le benefiche acque sulfuree.
La storia, dunque, quasi facendo sussultare le coscienze, conserva tracce tangibili dell’amore dell’uomo per gli animali, amore spesso dimenticato e soverchiato dalla cattiveria verso gli esseri indifesi.