Salento & Dintorni – Una “reggia” di pietre

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Appena fuori il centro storico di Alberobello (ovviamente non nel Salento …) esiste una dimora incantata dal nome pomposo, ricca di sana storia familiare, di quando i valori erano nella semplicità e nell’armonia.

Il “Trullo Sovrano”, malgrado la denominazione, è una casetta bianca bianca, risultato di laboriosità ed inventiva, edificata tra i primi del 1600 e il 1780 e di proprietà della famiglia Perta, possidenti terrieri e notabili della Città.

Il Trullo sorge nella Corte di Papa Cataldo, così chiamata in onore del potente sacerdote Cataldo Perta, che lì visse tra la metà del ‘700 e i primi dell’800, ove sorgevano (e ancora esistono perfettamente conservati e restaurati), oltre al principale corpo di fabbrica abitativo, vari locali e pertinenze: dimore dei subalterni, stalle, ovili, celliere per la conservazione del vino, fienili, orti e giardini.

Tra l’altro, sono tante le corti ad Alberobello, volute dagli antichi feudatari, che concedevano ai sudditi più ragguardevoli la facoltà di costruire spiazzi davanti alle loro case e di isolarli con muri di cinta e di protezione del microcosmo rurale autarchico, dominato dalla abitazione padronale.

Il Trullo Sovrano era un nucleo decisamente imponente, con i suoi dodici coni accorpati e un piano sopraelevato, che misura ben 14 mt. di altezza, ed è impreziosito da un magnifico dipinto sull’archivolto dell’ingresso principale, raffigurante Maria al Calvario. Questa dimora palpitante di mistero è stata anche luogo di culto, perché ha ospitato per anni reliquie venerate dalla popolazione: il cranio di San Cosma e il braccio di San Damiano; ed è stata sede dell’oratorio della Confraternita del SS.mo Sacramento. Successivamente la proprietà del Trullo è passata di mano alla famiglia del farmacista speziale Federigo Carelli e poi a quella del benestante agricoltore Antonio Sumerano, attuale proprietaria e custode di questo bene particolarissimo, dichiarato monumento nazionale nel 1923 e inserito nel 1996 nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità sotto tutela dell’Unesco.

Ma, più frivolamente, anche il mondo del cinema ha apprezzato il Trullo Sovrano, scegliendolo spesso come set cinematografico del “Casanova” di Mario Monicelli (1965) e come alloggio di noti attori di film di registi stranieri molto sofisticati…